Fini: “Non mi dimetto. Da Berlusconi accuse risibili”

di Redazione

Gianfranco Fini ROMA. Gianfranco Fini non molla e in un’intervista rilasciata al Tg di La7 di Enrico Mentana dice: “Resterò presidente della Camera per tutta la legislatura. Per quanto tempo? Nessuno lo sa, spero per tre anni, anche perché andare a votare adesso sarebbe da irresponsabili”.

Secondo il co-fondatore del Pdl il premier Silvio Berlsuconi e il ministro per le Riforme Umberto Bossi non saliranno al Colle per chiedere le sue dimissioni da presidente dell’Assemblea di Montecitorio, altrimenti, sottolinea, “dimostrerebbero di essere analfabeti del diritto costituzionale. Nessuno ha la facoltà di indurre alle dimissioni il presidente della Camera, men che meno il capo dello Stato. Prevedo invece che Berlusconi e Bossi parleranno con Napolitano della situazione politica. E questo mi sembra naturale e doveroso”.

Alla domanda seabbia mai pensato di lasciare la sua carica dopo la rottura con Berlusconi, risponde: “No, non mi dimetto, a meno che non mi si dimostri di essere venuto meno ai miei doveri. I poteri nella nostra Costituzione sono ben definiti e ben separati tra loro. La Camera non è una dependance di Palazzo Chigi”. Si sente ancoraun esponente della maggioranza? “Ho parlato chiaramente a Mirabello. – dice Fini – Credo che la maggioranza possa fare di più. Credo che il Pdl, che non esiste più, debba recuperare lo spirito originario. Ma io mi sento sempre all’interno del centrodestra”.

Cosa faranno i parlamentari del suo gruppo di “Futuro e Libertà”? “Fli – ribadisce Fini – sosterrà i punti presentati da Berlusconi, ma ovviamente chiederà di contribuire a scrivere quei punti in modo che non si determinino dei danni per la collettività”.

Ma, poichéè evidenteil contrasto tra lui e Berlusconi, Mentana gli chiedecosa direbbe agli elettori del centrodestra che lo contestano. “Molti – risponde l’ex leader di An – mi dicono di andare avanti. In ogni caso, la verità è che io sono stato espulso dal Pdl. E sto aspettando ancora di conoscerne le ragioni. Quando mi si chiede se tornerei indietro rispondo che non posso. Il Pdl non c’è più, per questo ho parlato di Forza Italia allargata. Io, pur essendone cofondatore, come è scritto in tutti gli atti, in due ore sono stato espulso senza essere nemmeno ascoltato. Allora, non si torna in quello che non c’è più, si va avanti e si fa altro”.

Fini, inoltre, conferma che Fli vuole che la legislatura vada avanti, per rispettare il programma. Ma in caso di elezioni? “Chi attualmente governa – risponde – si deve rendere conto che non deve cercare il consenso, ma deve governare, perché una campagna elettorale non è quello che serve all’Italia. Detto questo, se qualcuno è così irresponsabile da volere le elezioni, Fli non si tira indietro: siamo prontissimi”.

Quale domanda rivolgerebbe al presidente del Consiglio? “Crede davvero di poter dire di guidare un grande partito liberale, plurale, democratico, di massa, espellendo in due ore il cofondatore con accuse risibili? Questa è la mia domanda – afferma Fini – ma tanto non risponderà”.

Sullavicenda della casadi An aMontecarlo, finita ad una società off shore e poi in affitto a Giancarlo Tulliani, fratello della sua compagna Elisabetta, Fini assicura: “Io non ho nulla da temere e nulla da nascondere. Quando tutto sarà chiarito ci sarà da ridere. Poiché è stata aperta dalla procura di Roma un indagine della procura contro ignoti su esposto di due esponenti politici attendo serenamente che la magistratura accerti quel che accaduto. Dopo di che chi per più di un mese ha insinuato e calunniato ne risponderà in tribunale”. E qui il presidente della Camera torna a denunciare la “lapidazione mediatica”,ribadendo di “non essere mai stato lì” e chiedendo a chi dice il contrario di dimostrarlo. “Nella nota diffusa ad agosto – sottolinea – ho scritto quello che sapevo, non ho altro da aggiungere”.

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