Aversa, “Il Dono”: scongiurato lo sgombero, ma resta il nodo della sede

di Antonio Taglialatela

Aversa (Caserta) – Un primo argine allo sgombero, una strada di dialogo riaperta con il Comune e, sullo sfondo, le incognite sul futuro. La libreria sociale Il Dono, per voce del legale Fabrizio Perla, annuncia la “sospensione, seppur parziale, dell’ordinanza di sgombero” e la convocazione urgente di una conferenza di servizi, tenutasi il 17 ottobre, a seguito della diffida inviata all’Ente il 12 ottobre con contestuale invito al confronto.

Il passaggio chiave – Dal confronto al tavolo tecnico con il sindaco Francesco Matacena, la consigliera Federica Turco, i dirigenti Gangi, D’Angelo e Oro, l’avvocato Nerone, don Carmine Schiavone per la Caritas e i rappresentanti del Dono (il professor Fortunato Allegro, fondatore della libreria, l’avvocato Perla, l’ingegner Falco), è maturato l’obiettivo di breve periodo: scongiurare lo sgombero. L’intesa prevede che Il Dono esegua prescrizioni su sicurezza e delimitazione degli spazi; l’amministrazione, una volta verificati gli adempimenti, si impegna a revocare sia lo sgombero sia la revoca della convenzione, ripristinandone la validità fino a dicembre 2026.

Le ombre sul domani – Se l’emergenza immediata è stata disinnescata, restano “profonda perplessità” e “nubi” sul medio-lungo periodo: non è ancora chiaro se Il Dono potrà restare a Palazzo Gaudioso o se, nell’ipotesi che i locali di piazza Santulli vengano destinati ad altri scopi, dovrà traslocare altrove, come a Palazzo Rebursa, sede originaria dell’esperienza avviata nel 2008.

Difesa dell’identità – La libreria sociale rivendica la propria funzione civica e culturale: “Pronti a difendere anche nelle sedi giudiziarie Il Dono, unica biblioteca riconosciuta dalla Regione, insignita dal Parlamento italiano”, definita “baluardo della difesa della memoria collettiva e della diffusione inclusiva della cultura, punto di riferimento per intere generazioni e patrimonio dell’intera città”.

Il futuro – La scelta di evitare, “allo stato”, l’impugnativa giudiziaria, privilegiando il dialogo, ha reso possibile l’apertura del tavolo e il congelamento del provvedimento. Ora l’esito dipenderà dal completamento degli adeguamenti richiesti e dalla decisione politica sull’allocazione definitiva degli spazi. Fino ad allora, l’orizzonte resta sospeso tra una tregua operativa e la necessità di una soluzione chiara sulla sede.

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Redazione
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