Nominato il Revisore, l’opposizione “boicotta” il Consiglio

di Antonio Taglialatela

 TEVEROLA. Si preannunciava una seduta “infuocata” ed invece non ha riservato particolari “emozioni”.

Mercoledì sera il Consiglio comunale si è riunito senza l’opposizione, approvando l’unico punto all’ordine del giorno relativo alla nomina del revisore dei conti, ruolo andato al dottor Massimiliano Schiavone. In realtà la minoranza si è presentata ma con 35 minuti di ritardo, alle 20.05, mancando al primo appello delle 19.30 e al secondo delle 19.45. Quando Gennaro Melillo e gli altri consiglieri sono giunti in Aula ormai i lavori erano già conclusi.

Ma non si è trattato di un ritardo apposito per evitare il confronto, il gruppo del “Patto per Teverola” spiega, infatti, di aver deciso di boicottare la seduta. “Attraverso depositato un’interrogazione scritta – fanno sapere dall’opposizione – il cui contenuto probatorio risulta fortemente compromettente per il sindaco Biagio Lusini, si è inteso inchiodare quest’ultimo alle proprie comprovate responsabilità penali, prima che politiche, visto che le rappresentanze istituzionali del comune di Teverola saranno costrette a farci pervenire una risposta scritta, ma soprattutto convincente, la cui sostanza sarà sottoposta all’attenzione pubblica, cosa che non sarebbe invece potuta accadere in caso di proposizione in Consiglio comunale, visto l’obbligo di Consiglio comunale in adunanza chiusa al pubblico per argomenti di tale delicatezza”.

Dunque, secondo la minoranza, un modo per far uscire allo scoperto il primo cittadino, denunciato alla Procura dagli stessi esponenti dell’opposizione che lo accusano di aver votato a Teverola alle ultime comunali nonostante la residenza, da oltre due anni, a Casamicciola Terme. “E’ assolutamente intollerabile, a nostro avviso, – spiegano dalla minoranza – che su una figura istituzionale, quale quella del primo cittadino, possa gravare anche solo il minimo sospetto che egli si sia potuto rendere protagonista di comportamenti illeciti, figurarsi se tali illiceità risultano addirittura ampiamente dimostrate dalla documentazione presentata alla casa comunale”.

L’opposizione, nel rispondere alla maggioranza, che ha definito “deliri” e “falsità” le accuse mosse dal gruppo guidato da Melillo, rivendica la propria “strenua azione alla deriva anti-legalitaria ed al sistema che vuole l’illegalità diffusa eretta a prassi amministrativa, in cui la nostra comunità è stata trascinata”. E ritiene “indegna” l’accusa di voler fomentare odio sociale “quando lo stesso sindaco ha trasformato il vivere civile in guerra civile permanente”.

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