Delocalizzazione servizi sociali, Aversa la “provincia dei fessi”

di Redazione

 AVERSA. Solo qualche mese fa ancora si parlava delle possibilità, mai sopite, di vedere la città di Aversa assurgere al ruolo di capoluogo di provincia, ma sono bastate una serie buone bastonate date in rapida successione per far crollare la minima speranza.

Il primo flop è stata la perdita della sede dell’Azienda Sanitaria Locale Caserta 2, assorbita come in un baleno nella neo costituita Asl Caserta, ma di fatto l’ex Asl Ce2 è diventata una semplice costola dell’Asl casertana, visto che ad Aversa ormai non esiste più alcun potere gestionale, né possibilità di carriera e di sviluppo per centinaia di medici, infermieri, operatori a vario titolo, che ormai vivono costretti in una sorta di “riserva indiana”, al completo servizio dell’azienda casertana di nome e di fatto. Qui però l’operazione “risparmio” potrebbe essere ormai inarrestabile, visto che dalla Regione Campania arrivano notizie della riduzione dei distretti sanitari in Campania che, da una settantina, dovrebbero ora scendere ad una cinquantina, fatto questo che potrebbe vedere Aversa in prima fila per inglobare qualche distretto vicino (Lusciano o Gricignano), che comunque non renderebbe quanto perso.

C’è poi l’ulteriore “cura dimagrante” degli ospedali ed ecco che si paventano chiusure di servizi (Anatomia Patologica potrebbe essere la prima) e riduzione ulteriore di personale. In questi giorni stanno chiudendo anche per buona parte gli uffici dell’Agenzia dell’Entrate, siti nello storico Parco Coppola (Piazza Bernini per l’esattezza). Anche in questo caso accorpamento con gli Uffici centrali provinciali di Caserta, ad Aversa resteranno solo alcuni sportelli, null’altro, per il resto tutto quello che oggi era possibile fare in città verrà trasferito alla sede provinciale di Caserta.Ancora notizie dell’ultima ora ci dicono che anche gli uffici dell’Inps subiranno la stessa sorte, con una forte delocalizzazione su Caserta e forse sportelli ad Aversa.

Oltre a pezzi di cultura e società (leggi le monache Cappuccinelle “deportate” altrove), Aversa perde anche pezzi di amministrazione e servizi sociali, un spoliazione che avviene in completo silenzio di partiti politici, sindacati e società civile. Quel silenzio che ancora una volta è padrone. Unica speranza è ora quella di diventare almeno la “Provincia dei fessi”.

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