Caos liste, Berlusconi: “Noi vittime di una sinistra meschina”

di Angela Oliva

Slvio BerlusconiROMA. Il premier Silvio Berlusconi ha tenuto una conferenza stampa per descrivere per filo e per segno cosa è accaduto la mattina di sabato 27 febbraio presso il Tribunale di Roma.

Il presidente del Consiglio ha voluto spiegare la sua versione dei fatti sulla vicenda della presentazione delle liste nel Lazio. Secondo il Cavaliere i funzionari e i delegati del Popolo delle Libertà non hanno nessuna colpa ma sono stati delle vittime di un complotto messo in atto dai Radicali: “Siamo qui per reagire all’assoluta disinformazione riguardo alle vicende del Popolo della libertà a Roma. – esordisce il premier – Voglio dire subito che in quello che accaduto non vi è stata alcuna responsabilità riconducibile ai nostri dirigenti e funzionari. Ai nostri delegati è stato impedito di depositare le liste e abbiamo già presentato una denuncia alla procura della Repubblica di Roma. Faremo un nuovo ricorso e sono sicuro che non potranno darci torto. Se così non fosse sosterremmo la Polverini e la lista civica. E’ stata posta in atto una gazzarra da parte dei Radicali, con la scusa che fosse in atto una manomissione delle liste”.

“La gazzarra – sottolinea il leader del Pdl – ha costretto i contendenti ad allontanarsi. Per questo, è stata una decisione grave quella di aver impedito la presentazione delle liste del Pdl, una decisione priva di fondamento giuridico e determinata da un marchiano errore dell’ufficio circoscrizionale. Nel caso della Lombardia – aggiunge – c’è stato un atteggiamento fiscale nei nostri confronti, mentre si è chiuso un occhio nei confronti di altri partiti. Non siamo capaci di presentare le liste? Ne abbiamo presentate 93, di cui 80 per le amministrative e 13 per le Regioni. Lo facciamo da 16 anni. E le persone che lavorano per noi lo facevano per An e Forza Italia. Lo sapevano fare e lo sanno fare. Non ho mai chiamato nessuno un branco di imbecilli”.

Il presidente del Consiglio, visibilmente contrariato, durante la conferenza stampa a via dell’Umiltà haanchelitigato con Rocco Carlomagno, vicino al mondo radicale e antinucleare, che lo accusava di non voler rispondere a una domanda, il quale è stato poi fatto allontanare dalla sala. Ma il premier ha continuato il suo discorso attaccando aspramente quella che lui stesso ha definito la “sinistra meschina”, rea di aver complottato contro il suo partito cercando di escluderlo dalle elezioni regionali: “Sono antidemocratici e meschini. Una sinistra sovietica che voleva correre da sola. Noi ci saremmo comportati nel modo opposto. Daremo comunque una lezione ai nostri avversari, con i nostri candidati, le nostre ragioni e i nostri programmi, e dimostreremo di poter prevalere sui malefici, la slealtà, l’atteggiamento antidemocratico. Abbiamo deciso di impegnarci comunque nel Lazio – afferma il premier – per far prevalere i nostri candidati migliori. Senza la lista Pdl raddoppieremo i nostri sforzi per fare vincere la Polverini. Vinceremo nonostante questa penalizzazione ingiustificata. Mi rendo conto che c’è stato un danno alla nostra immagine sia all’esterno che all’interno. Ma all’estero ho una grande considerazione da parte dei capi di Stato perché non sono solo un politico ma anche un tycoon”.

Il presidente del Consiglio ha concluso il suo intervento annunciando la manifestazione “in difesa del diritto al voto” che si terrà a Roma il prossimo 20 marzo. Berlusconi ha tenuto a precisare che all’evento non parteciperà Gianfranco Fini, come annunciato in precedenza dal diretto interessato: “Il presidente della Camera non partecipa mai a manifestazioni in campagna elettorale, organizzate dai partiti”.

Dichiarazioni alle quali Fini replica con un secco no comment, mentre il leader della Lega Umberto Bossi annuncia la sua partecipazione: “Se Berlusconi ci chiederà di scendere in piazza gli risponderò. Non si può andare alle elezioni senza un partito importante Questo mi pare un modo per minare la democrazia”.

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