Santa Maria a Vico, Di Carlo ospite de “Il Cuneo”

di Redazione

Vittorio Maria Di Carlo SANTA MARIA A VICO. Ospitare un artista come Vittorio MariaDi Carlo all’Associazione Culturale “Il Cuneo” è segno di grande prestigio per il sodalizio …

… che con grande piacere va ad aggiungerlo ai tanti grandi che si sono avvicendati nel corso dei cinque lustri della sua attività culturale a Santa Maria a Vico che vanno da Remo Brindisi a Mario Schifano, da Ernesto Treccani ad Armando De Stefano, da Bruno Donzelli a Novella Parigini, da Manlio Bacosi a Ezio Farinelli, da Antonio Bertè ad Enotrio Pugliese, da Daniela Romano a Raimondo Cardelli e tantissimi altri.

L’evento si terrà sabato 12 dicembre, alle ore 17.30, nella sede dell’associazione.

L’artista, nato a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, dopo i primi studi presso l’Istituto Statale d’Arte di Bari, si sposta a Milano, la patria dell’Arte Contemporanea in Italia, entrando in contatto con le esperienze artistiche più avanzate del II Novecento dove matura la sua personalità artistica. Vive ormai da diversi anni nella città viscontea, sviluppando le sue esperienze pittoriche che lo pongono all’attenzione di un pubblico sempre più esigente e competente. Il maestro porta avanti da anni un’accurata ricerca di volumi, sulla scia dell’insegnamento picassiano, in una visione figurativa, in termini geometrici, tutta nuova, sia negli effetti cromatici che in quelli propriamente iconografici. Ormai da tempo ha acquisito una sua incontestabile autonomia pittorica che lo rende unico nel suo genere, riconoscibilissimo ad ogni tocco di pennello, anche se affiorano ancora, qua e là, chiari elementi della lezione cubista di Picasso, di Braque, della Scuola Romana di Mafai e Scipione e non ultimo di Massimo Campigli.

Nelle sue opere compaiono spesso i “papier collès” che si fondono così bene con la cromia della sua tavolozza che costringono l’osservatore ad un’attenta analisi per individuare dove finisce il collage e dove inizia la parte dipinta. I soggetti sono molto vari e vanno da una iconografia legata alla realtà oggettiva, a figure surreali che danno ampio spazio alla fantasia, come i suoi “strumenti musicali”, i suoi paesaggi, i “sari, sari”, gli “aquiloni”, questi ultimi splendidi per la loro vivacità cromatica, simbolo di libertà e gioia di vivere, librati leggeri nell’aria limpida e tersa. Di Carlo ha viaggiato e continua a viaggiare molto in diverse parti del mondo, nonostante la sua ormai non più giovane età, sempre alla ricerca di nuove esperienze pittoriche che trasferisce poi sulle sue tele con sapiente capacità espressiva.

La sua grande fantasia inventiva trasforma figure grossolane di donne il dolcissime basilisse egiziane, intente a suonare strumenti musicali di vario genere o coppie di amiche agghindate con caratteristici costumi tahitiani, fatti di corone di fiori variopinti che accrescono la ricchezza cromatica in una varietà di tonalità vibranti giustapposte tra loro. Le sue figure mostrano una certa libertà espressiva, fantastica, tutte schematizzate, irreali e reali nello stesso tempo, con un gioco di luci che accentua la volumetria possente dei personaggi e la lettura cubica, specialmente nelle nature morte e nei paesaggi.

Talvolta riesce molto bene a legare e fondere insieme elementi storico-sociali della letteratura artistica del passato con fatti della nostra realtà contemporanea mostrando quanto sia importante il richiamo al passato, anche, e principalmente, nella creazione del futuro, senza necessariamente, distruggere, come ha fatto gran parte dell’Arte Astratta contemporanea, il significato più vero e genuino dell’Arte figurativa dei nostri giorni. Nascono allora delle opere di grande valore pittorico-sociale che raggiungono una stupenda completezza di valori ritmici nonché coloristici; questi ultimi espressi in forme e contrasti di luce e ombra. Il nostro artista è presente in diversissime collezioni pubbliche, in Italia e all’estero.

inviato da Mariano Nuzzo

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