Idv contraria ad alienazione macello comunale

di Redazione

idvPIEDIMONTE MATESE. Italia dei Valori di Piedimonte Matese, in merito all’approvazione avvenuta nel Consiglio Comunale del 25-02 2009 delle delibere di Giunta Comunale avente per oggetto il “Piano delle alienazioni …

… e valorizzazioni immobiliari dei beni non occupati e dei beni occupati tramite riscatto volontario” fa rilevare che continua immutabile la determinazione della Giunta Esecutiva e del Partito Democratico a farsi carico di significativi provvedimenti che interessano tutta la cittadinanza, senza coinvolgere i partiti alleati rappresentati e non in Consiglio Comunale. Con presupposizione di autosufficienza e con scarsa lungimiranza politica. Ritenendo doveroso complimentarsi con l’assessore al bilancio e alle finanze Pisani per aver effettuato un puntuale e documentato inventario dei Beni Comunali a cui non si provvedeva, colpevolmente e superficialmente, da circa 15 anni, IDV ribadisce la sua assoluta contrarietà all’alienazione e alla modifica della classificazione urbanistica del Nuovo Macello Comunale e del terreno limitrofo. Innanzitutto perchè ha fortissime perplessità sulla legittimità di tale alienazione e di tale modifica di classificazione urbanistica, essendo il Nuovo Macello Comunale stato oggetto nel corso degli ultimi venti anni di finanziamenti pubblici ad hoc concessi e motivati per dotare le Amministrazioni e i cittadini di una struttura e di un servizio essenziale per un territorio a forte vocazione agricola dove l’allevamento di bovini, suini e ovini costituisce ancora l’unica fonte di reddito per tanti cittadini del comprensorio matesino. E gli anni trascorsi, oltre ad segnare l’evidente colpevole inerzia di Amministrazioni che non si sono impegnate per il completamento e la messa in funzione di un’opera quasi ultimata con grosso dispendio di risorse pubbliche, non hanno visto certamente venir meno le ragioni della sua importanza. Non vi è stato nel frattempo una espansione bensì un ridimensionamento delle potenzialità di occupazione nell’industria e la centralità del nostro comune rispetto ai territorio limitrofo in termini di servizi e di strutture, che pure potrebbe essere rilanciata da un macello comunale in funzione, diviene ogni giorno di più una pia illusione. Dovrebbe invece essere prioritario dotarsi di un macello comunale se solo si pensa che le nuove e stringenti norme in materia igienico-sanitaria impongono di rivolgersi ad una struttura accreditata e autorizzata per la macellazione di animali domestici quali suini e ovini. E’ intuitivo inoltre prevedere le ricadute, tutte negative, di tale scelta per alcune categorie. Per gli agricoltori e gli allevatori, già vessati da un sistema economico-imprenditoriale che tende a privilegiare la globalizzazione e i prodotti di scarso pregio a discapito della qualità e della tipicità degli stessi. Per i tanti operatori del settore agro-turistico la cui presenza sul mercato è in buona parte possibile grazie all’offerta di carni di pregio autoctone la cui macellazione comporterà oneri sempre più sostenuti, essendo essa possibile oggi, per rimanere nella legalità, solo a San Salvatore Telesino e a Teano. Per i consumatori tutti che vedranno l’offerta delle stesse carni autoctone sempre più come una chimera perché evidentemente i commercianti al minuto e la grossa distribuzione si rivolgerà sempre di più, a queste condizioni, verso prodotti sì di minor costo ma di incerta provenienza e qualità. In definitiva mentre comuni a noi limitrofi o vicini (vedi San Potito Sannitico o Caiazzo) si orientano verso il buon vivere, nel solco delle tradizioni e della tipicità dei prodotti, entrando nel circuito della Città Slow, la nostra Amministrazione preferisce invece avventurarsi in una dubbia operazione di basso profilo che consentirà, nella migliore delle ipotesi, di creare i presupposti di un investimento commerciale. Non rendendosi conto o facendo finta di non rendersi conto che in tal modo sta svendendo l’identità del nostro territorio e il futuro occupazionale di tanti giovani. Né, ovviamente e come di prassi, l’Amministrazione ha sentito la sensibilità di convocare e ascoltare in fase pre-deliberativa le categorie professionali direttamente coinvolte da questo provvedimento. Davvero poi distratta la minoranza. Neanche consapevole della modifica di destinazione urbanistica prevista dagli atti deliberativi che si apprestava, insieme alla maggioranza, ad approvare. Misteri della politica piedimontese.

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