“Tassa” sui permessi di soggiorno: la Cei critica il governo

di Redazione

immigratiROMA. I vescovi della Cei si schierano contro la tassa sul rinnovo del permesso di soggiorno voluta dalla Lega Nord.

“Una misura inaccettabile, che è meglio definire balzello verso una categoria già poco tutelata”, afferma monsignor Gianromano Gnesotto, responsabile per le politiche migratorie dell’associazione “Migrantes” legata alla Cei. “Fantasie di questo genere – ha continuato Gnesotto – penalizzano ulteriormente gli immigrati che, con impegno e con notevoli sforzi, cercano di integrarsi. E’ un passo indietro, servono politiche di integrazione con mentalità aperta e intelligenza”.

Critiche anche verso la proposta, avanzata sempre dalla Lega, di obbligare i medici a denunciare gli immigrati irregolari che si rivolgono ad essi: “Il diritto alla salute è fondamentale e va garantito a tutti senza preclusioni o invenzioni. Non si può far svolgere ai medici compiti, quale la delazione, che non vogliono né possono svolgere come se fossero gendarmi. Tra l’altro, la proposta sarebbe anche in conflitto con l’articolo 32 della Costituzione sulla tutela della salute per la collettività”, dice monsignor Gnesotto, il quale auspica, a questo punto, che l’emendamento non passi.

Per l’esponente della Cei l’Italia ha avuto bisogno, ha bisogno e avrà bisogno in futuro degli immigrati: “Nell’attuale congiuntura economica – afferma – probabilmente ci sarà bisogno di maggiore flessibilità anche per quanto riguarda la domanda di immigrati. Non ci si può dimenticare che gli immigrati occupano settori di fatto lasciati scoperti dagli italiani. Non si trovano italiani volenterosi che si accollano 12 o 24 ore di assistenza nelle famiglie o che accettano di entrare nelle acciaierie o di fare lavori gravemente penalizzanti per la salute”.

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