15 settembre 1993, assassinato Don Pino Puglisi

di Redazione

Pino PuglisiAccadde Oggi. A Palermo, sua città natale, lo conoscevano come 3P (Padre Giuseppe, detto Pino, Puglisi). Sacerdote viene ucciso dalla mafia proprio nella giornata del suo compleanno il 15 settembre del 1993, all’età di 56 anni.

Le sue origini sono a Brancaccio, la zone più povera di Palermo, suo padre è un calzolaio, la mamma una sarta. A soli 16 anni entra in seminario, ne uscirà nel 1960 da prete. Vicario presso la parrocchia di Settecannoli, quindi cappellano presso l’orfanatrofio Roosevelt, dove avvia le sue prime esperienze nel rapporto con i giovani. Parroco a Godrano riesce a mettere pace tra due famiglie mafiose che avevano in atto una sanguinosa faida. A settembre del 1990 viene nominato parroco nella Parrocchia di San Gaetano, proprio nel suo quartiere di Brancaccio. La zona è sotto il controllo dei fratelli Graviano, intimi del clan che fa capo a Leoluca Cagarella. La sua condanna a morte viene eseguita da Salvatore Grigoli, Gaspare Spatuzza, che sarà l’autore materiale del delitto con lo sparo di un colpo alla nuca di don Pino, ma vengono condannati anche Gaspare Spatuzza, Nino Manganaro, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone. Le motivazioni del martirio sono quelle di un’attenzione forte di don Pino Puglisi, nei confronti dei tanti giovanissimi che vengono in contatto con la mafia, il suo forte impegno è quello di distrarre questi giovani dai messaggi mafiosi e avviarli verso strade diverse. A margine arriva anche una condanna per diffamazione in primo e secondo grado per Vittorio Sgarbi, condanna decaduta per prescrizione. Sgarbi nel corso di una trasmissione televisiva sul TG5, il 7 aprile del 1995, legge infatti una lettera sui “veri colpevoli dell’assassinio di Don Pino Puglisi”, si tratta di una lettera anonima, la lettera segnalava quale mandante il procuratore Caselli e come killer il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, un atto di cui si spera vi siano state almeno dei pentimenti sinceri.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico