I segreti del clan Schiavone racchiusi in un manoscritto

di Redazione

Giuseppina NappaMario NataleCASAL DI PRINCIPE. L’operazione che ha portato all’esecuzione di 107 ordinanze di custodia cautelare è partita nel 2004 dal sequestro di un manoscritto che era custodito da Vincenzo Schiavone, alias “Copertone”, dove era riportata la “contabilità” del clan Schiavone.

Descritti gli stipendi versati mensilmente agli affiliati (dai 1500 ai 4000 euro), alle vedove di camorra o alle famiglie dei detenuti, per un totale di 5 milioni di euro l’anno. Inoltre, la Dda e gli agenti della Squadra Mobile di Caserta sono venuti in possesso di “pizzini” riguardanti numerose attività commerciali e diversi imprenditori vittime di estorsioni. In particolare, le estorsioni per i lavori della ferrovia Alifana furono gestiti per un tratto dal giulianese fino ad Aversa in un rapporto stretto con il clan di Giuseppe Mallardo, anch’egli destinatario di un ordine di custodia cautelare, e portarono all’incasso firmato dagli inquirenti di circa 10 miliardi di lire. Per il tratto da Aversa a Piedimonte provvide la famiglia Schiavone, per un incasso di circa 500 milioni di euro. Tangenti furono pagate anche dagli imprenditori del settore rifiuti Sergio e Michele Orsi, quest’ultimo ucciso lo scorso agosto davanti a un bar di Casal di Principe, per un importo stimato di circa 125 mila euro l’anno.

Dalle indagini è emerso che a comandare era sempre lui: Francesco Schiavone, alias “Sandokan”, in carcere da dieci anni e condannato all’ergastolo nel processo Spartacus. A fare le sue veci erano la moglie Giuseppina Nappa, arrestata nella maxioperazione della Dda, i nipoti Nicola Panaro, Sebastiano Panaro, e Vincenzo Schiavone (“Petillo”), e il boss latitante Mario Caterino, anche quest’ultimo condannato all’ergastolo in Spartacus.

Un ruolo nell’organizzazione lo aveva anche l’avvocato Mario Natale, 59 anni, considerato un prestanome e intermediario di attività estorsive. In uno degli appunti sequestrati a Vincenzo Schiavone emerge che Natale era intestatario di società attive nel settore agroalimentare, di allevamento bovini, nella raccolta dei rifiuti e nell’edilizia, ma anche di immobili, terreni e di una Ferrari 550 Maranello. L’avvocato era stato in passato presidente della squadra di calcio “Albanova” di Casal di Principe, che ha militato in serie c.

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