11 aprile 1963: Giovanni XXIII firma “Pacem in Terris”

di Redazione

Papa Giovanni XXIIIAccadde Oggi. Il Papa “buono” per la prima volta si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti, perché la Chiesa ha necessità di guardare ad un mondo senza muri, nessun confine, nessuna appartenenza.

L’invito imperante è “Cerchino, tutte le nazioni, tutte le comunità politiche, il dialogo, il negoziato”. Il messaggio è forte e chiaro, ma è anche moderno, un forte segno di discontinuità di quelli che furono i rapporti della Chiesa prima del 1963 e una proiezione di quelli che dovevano diventare i rapporti della Chiesa del futuro. Cercare quello che unisce e lasciarsi alle spalle tutto ciò che divide, che mette gli uni contro gli altri.

La “Pacem in Terris” è composta da cinque caposaldi, oltre all’introduzione:

Introduzione: si parla subito della Pace sulla Terra quale anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, ma si apre, per la prima volta alla scienza e alle invenzioni della tecnica “che attestano come negli esseri e nelle forze che compongono l’universo regni un ordine stupendo; e attestano pure una grandezza dell’uomo, che scopre tale ordine e crea gli strumenti idonei per impadronirsi di quelle forze e volgerle al suo servizio”. La scienza non è nemica della fede, un concetto che poi i Papi che verranno in parte andranno a mettere in forte discussione.

– I – L’ordine tra gli esseri viventi – “Ogni essere umano è persona”, partendo da questo assioma si parla in forma moderna del diritto all’esistenza e ad un tenore di vita dignitoso, dei diritti riguardanti i valori morali e culturali, del diritto alla libertà nella scelta del proprio stato, dei diritti attinenti il mondo economico. Forti per l’epoca anche gli impegni sul diritto di emigrazione ed immigrazione, al contenuto politico. Quindi dei doveri con indissolubile rapporto tra diritti e doveri nella stessa persona, reciprocità di diritti, mutua collaborazione, convivenza nella verità. Forte l’accenno alla donna e al suo ruolo nella vita moderna.

– II – Rapporti tra gli esseri umani e i poteri pubblici all’interno delle singole comunità politiche : qui addirittura si parla dell’attuazione del bene comune e della ragione di essere dei poteri pubblici, dei compiti della persona e dell’armonica composizione tra diritti e doveri, nonché del dovere di promuovere i diritti della persona. Interessante è il paragrafo sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.

– III – Rapporti tra le comunità politiche : Rapporti che debbono essere stabiliti sulla verità, la giustizia, il trattamento delle minoranze, la solidarietà operante, l’equilibrio tra popolazione, terra e capitali, il problema dei profughi politici, il disarmo, qui ci pare di leggere il pensiero di un uomo che verrà, tanto è moderno ed attuale quanto scritto.

– IV : rapporti degli esseri umani e delle comunità politiche con la comunità mondiale : dove si parla dell’interdipendenza tra le comunità politiche, di struttura e funzionamento dei poteri, bene comune ed universale della persona, principio di sussidarietà.

– V : richiami pastorali: forte richiamo al dovere di partecipare alla vita pubblica (quanti dei nostri uomini di chiesa sono oggi lontani da questo messaggio), di competenza scientifica, capacità tecnica ed esperienza professionale. Forte è il messaggio sui rapporti tra cattolici e non cattolici in campo economico-sociale-politico e quindi il Principio della Pace.

Il 1963 vedeva una forte contrapposizione tra capitalismo occidentale e socialismo orientale, si viveva il difficile clima della guerra fredda, si cercava ancora con disperazione di risalire la china del dopoguerra, Papa Roncalli seppe farsi portavoce delle speranze di un mondo fortemente diverso che si confrontasse con la realtà e con il futuro, dopo 45 anni la rilettura della Pacem in Terris ci dice che ci trovavamo veramente di fronte ad un uomo eccezionale.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico