Calabria, 57 arresti tra “Ndrangheta e Camorra

di Angela Oliva

Pasquale TripodiPERUGIA. Una inchiesta denominata “Naos”, eseguita dai Carabinieri del Ros coordinati dalla Dda di Perugia, sette regioni coinvolte (Umbria, Calabria, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Trentino Alto Adige) e 57 ordinanze di custodia cautelare.

Per gli indagati le accuse sono di associazione mafiosa, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione e altri reati. Un nome di spicco compare tra i destinatari del provvedimento cautelare, si tratta dell’ex assessore al Turismo delle Regione Calabria Pasquale Tripodi dell”Udeur. Il politico calabrese è accusato di associazione mafiosa, in relazione, in particolare, all”approvazione del progetto idroelettrico della Vallata dello Stilaro ed al relativo finanziamento da parte dell”Ente regionale. L’indagine ha, infatti, rilevato la presenza sul territorio calabrese su un presunto sodalizio di tipo mafioso collegato al clan camorristico dei Casalesi e alla cosca della “ndrangheta dei MorabitoPalamaraBruzzaniti. La cosca avrebbe avuto interessi illeciti sugli appalti inerenti alle centrali idroelettriche ed infrastrutture turistiche, avrebbero voluto acquisire alcuni appezzamenti terrieri sulla costa dei Gelsomini, nel comune di Brancaleone (Reggio Calabria), per la costruzione di un villaggio turistico e di un centro commerciale. Il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, in seguito all’ordinanza, ha precisato: Capisco che al punto in cui siamo arrivati l”appartenenza al Consiglio o alla Giunta è una frontiera labile ma devo dire che, sul piano formale, da ieri Tripodi non faceva parte né del governo regionale né della maggioranza di centrosinistra avendo fatto una scelta diversa seguendo Mastella nel centrodestra. Proprio sabato scorso – continua – avevo discusso con lui della sua posizione politica e gli avevo anche chiesto informazioni su alcune voci insistenti negli ultimi giorni di un suo coinvolgimento in una delicata inchiesta giudiziaria. Gli avevo, quindi, esplicitamente chiesto di dimettersi. Mi aveva assicurato che entro lunedì avrebbe rassegnato le dimissioni, come qualche giornale calabrese ha pure scritto. – conclude – Non lo ha fatto e ieri ho provveduto a firmare il decreto di revoca, regolarmente protocollato”. Anche il Ministro dell’Interno Giuliano Amato ha commentato positivamente l’inchiesta ‘Naos’: “E” l”ennesimo colpo, durissimo, che le forze dell”ordine e la magistratura infliggono alle organizzazioni di stampo mafioso”.

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