Governo tecnico: Napolitano potrebbe tentare carta Referendum

di Antonio Taglialatela

Giorgio NapolitanoROMA. Nulla è cambiato nella domenica in cui sono proseguite le consultazioni con il Capo dello Stato sulla crisi politica, che si concluderanno martedì. Restano due gli schieramenti trasversali che propendono per le uniche due opzioni disponibili.

Forza Italia, An, Lega, Nuovo Psi e Nuova Dc, assieme a Udeur e Comunisti Italiani, vogliono ritornare subito alle urne; addirittura Berlusconi avverte: nessun accordo altrimenti migliaia di persone marcerebbero su Roma. Partito Democratico Udc, Radicali e Psi vogliono invece un governo costituente, che duri almeno un anno, per cambiare la legge elettorale e istituire nuove norme che diano maggiori poteri al premier. Per il governo provvisorio sono d’accordo anche Rifondazione, Sinistra Democratica e Italia dei Valori, l’unica differenza è che quest’ultimi chiedono che l’esecutivo duri pochi mesi, per poter andare al voto entro l’estate. Oggi saliranno al Colle la Lega, l’Udc, Rifondazione e An, mentre domani toccherà a Fi e Pd, e infine ai presidenti emeriti della Repubblica Cossiga, Scalfaro, Ciampi. Il presidente Napolitano potrebbe rendere nota la sua decisione già mercoledì o giovedì. Alcune indiscrezioni rivelano che lo stesso Napolitano, per spingere verso la costituzione di un governo tecnico, potrebbe tentare la carta del referendum, facendo presente alle forze politiche che migliaia di cittadini hanno firmato per cambiare l’attuale legge elettorale. E in merito a chi dovrà guidare l’eventuale esecutivo provvisorio, restano due i nomi più accreditati: Franco Marini, presidente del Senato, e Gianni Letta, anche se Berlusconi continua a ribadire che quella del suo braccio destro è un’ipotesi che non esiste.

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