La politica della seconda Repubblica sta generando solo odio

di Redazione

Romano ProdiQuando si è spenta la prima Repubblica in Italia c’è stato un cambiamento in seno alla vita politica che ha portato, attraverso l’appropriazione dei mezzi di comunicazione, ad un crescente aumento dell’odio politico tra sostenitori.

Il centrosinistra, con i suoi quotidiani “amici,e il centrodestra, con le tv di Mediaset, hanno innescato una “faida”, mettendo al centro dell’attenzione non la politica vera bensì le malefatte dei vari leader di partito. Innanzitutto avviando un sistema, che si ripete ancora oggi, che va a colpire direttamente la figura istituzionale. Non è che voglia difenderli, ma sono convinto che questo vizio di forma ha causato soltanto informazione in difesa dell’uno e dell’altro schieramento, facendola diventare solo informazione di parte, a cui il mondo giornalistico si è accodato. Nello stesso momento tra i tanti sostenitori dell’una o dell’altra fazione si sono sviluppati discorsi di difesae mai di costruzione verso un possibile cambiamento della classe politica. Ciò Silvio Berlusconi e Walter Veltroniporta a dialoghi scorretti tra sostenitori, con ragionamenti che conducono sempre ad incolpare gli altri per salvare dalle accuse chi è più vicino alla propria fede politica. A mio parere commentare la politica in questo modo dimostra soltanto che si è plagiati dalle chiacchiere dei “quartieri alti” e di essere diventati servitori di quella classe dirigente che prima ti usa, lasciandoti commentare il loro stesso linguaggio, e poi ti scarica alla prima occasione, chiaramente il giorno dopo il voto. Tutto questo è avvenuto all’indomani della nascita della seconda Repubblica. Ai tempi della prima c’erano accuse reciproche ma rimanevano nei varchi della vita politica, poco interessavano la vita privata dei singoli soggetti politici. Se c’era qualcosa di anomalo, era compito della vera magistratura tirarne fuori le responsabilità ed appurare la verità, consegnando i colpevoli alla giustizia. Mentre con la seconda Repubblica, e credo con la scesa in campo dell’imprenditore Silvio Berlusconi, per colpire, appunto, il soggetto “imprenditore” la sinistraha iniziato a stimolare le coscienze dei sostenitori e disprezzare l’operato di chiunque facesse politica nell’altro schieramento. Soprattutto colpire la figura di chi stava costruendo un partito che avrebbe potuto rompere le uova nel paniere delle restanti ceneri della prima Repubblica. Così, a destra si odiava la sinistra, a sinistra si odiava la destra, da un lato si odiava Romano Prodi, dall’altro Berlusconi. Questo cosa comporta: se ti fermi per strada a parlare di politica si finisce sempre nel dire “questo è un ladro”, “quello è super ladro”, senza trovare mai un’intesa per sostenere che tutti sono simili e bisogna cambiare classe dirigente. Altrimenti si rischia di essere consapevoli che, come sostenitori di qualsiasi schieramento, si è cattivi predicatori, perché si è allo stesso tempo sostenitori di un apparato politico che non può essere difeso, in quanto nulla di buono costruisce per il Paese. Oggi tutti criticano l’intesa tra Walter Veltroni e Silvio Berlusconi, ebbene questa intesa, secondo un mio modesto parere, è un segnale che i rappresentanti dei due partiti maggiori hanno capito che la guerra mediatica è durata già abbastanza e bisogna ritornare al dialogo puro per salvare la nazione. Credete che veramente questi signori siano così sprovveduti da non capire che l’Italia viveun momento di difficoltà? L’apertura al dialogo è segno di responsabilità e coraggio, ammettendo gli errori commessi nel passato. Eppurenon hanno il coraggio di dirlo apertamente. La storia politica italiana insegna: Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, già un tempo, furono costretti a costruire un patto storico per l’Italia perché questo Paese di difficoltà ne ha sempre avute. Allora non fu possibile per cause maggiori, oggi, invece, è avvenuto, poiché le due anime storiche dell’allora Democrazia Cristiana e del Partito Comunista hanno fondato il Partito Democratico. Dall’altra parte si sta facendo altrettanto, costruendo un partito liberale moderato. Entrambi hanno caratteristiche riformiste moderate, grande differenza non la vedo, o meglio un’anomalia c’è: da un lato il presidente è Romano Prodi, odiato dal centrodestra, dall’altra il presidente è Silvio Berlusconi, odiato dal centrosinistra,di mezzo c’è sempre e soltanto l’odio politico, altrimenti, se si mettessero da parte le cattiverie, qualcosa di buono per l’Italia si potrebbe anche fare.

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