Cofferati: “Più poteri di polizia ai sindaci”

di Redazione

Sergio CofferatiNel corso di un forum organizzato da Quotidiano Nazionale, sul tema del degrado nelle città, il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, insieme al suo omologo fiorentino Leonardo Domenici, lancia una proposta a prima vista singolare.

“Che ai sindaci e alla polizia municipale possano essere assegnate funzioni di polizia giudiziaria è, in determinate situazioni, di qualche utilità”. Le parole del primo cittadino di Bologna, che suonano come una rivendicazione di una forza politica più di destra che di sinistra, vengono successivamente chiarite. “Parlo di pochissimi compiti, definiti con molta precisione, per non cambiare la natura al ruolo dei sindaci”. Cofferati, poi, ci cuce sopra anche un po’ d’ironia: “Ma una volta, quando eravamo piccoli, gli sceriffi non erano i buoni? E anche quando mi paragonano a Tex Willer, ricordo che Tex è amico degli indiani…”. Presente al dibattito, e in sintonia con Cofferati, il sindaco di Firenze Domenici, protagonista dell’iniziativa “lavavetri” degli ultimi giorni. “Non sono contrario a interventi di polizia giudiziaria”, ha affermato. “Giusto che anche i sindaci, in casi limitati, possano fare ricorso a provvedimenti per allontanare alcune presenze indesiderate. Norme precise devono garantire, a italiani e stranieri, che naturalmente siano rispettati i diritti fondamentali della persona. Il foglio di via può anche andare bene. Se posso farlo come la questura, allora ho un problema: bisogna indicare i casi in cui la polizia municipale può intervenire con poteri analoghi a quelli delle forze dell’ordine”. In seno all’ Unione, la polemica sembra accendersi tra l’ala più moderata, di cui parte Cofferati, Domenici ed Amato, e quella più radicale, che teme un approccio al tema sicurezza di tipo reazionario, che tradirebbe l’identità stessa della coalizione.

Crescono, infatti, i dissidi riguardo al cosiddetto “pacchetto Amato”. Ieri, il titolare del Viminale aveva annunciato la cosiddetta “linea dura”, contro qualunque tipo di devianza nell’ordine della legalità. “Sono il primo a sapere che uno dei miei problemi è, per esempio, scoprire il racket ma so anche che ci sono devianze e comportamenti trasgressivi che non dipendono da nessun racket. Se mia moglie al semaforo viene messa nelle condizioni che o si fa lavare il vetro o viene aggredita che faccio, non la devo proteggere? La devo far diventare fascista? La sicurezza – ha spiegato Amato – è il fondamento della libertà, noi stiamo facendo un test di tutto questo”. La “Cosa Rossa”, intanto, non ci sta ed attacca. Duro il segretario del PRC, Franco Giordano: “Non possiamo inseguire le destre sul loro terreno”. Condivido le parole del magistrato Caselli che di sicurezza se ne intende”, ha affermato Giordano, sottolineando che “bisogna distinguere la criminalità da chi ha invece delle difficoltà come ad esempio i lavavetri”. In linea con Giordano, il leader di Sinistra Democratica, Fabio Mussi: “Non è semplicemente digrignando i denti che si risolve il problema”. Sul pacchetto sicurezza, dubbi anche da parte di Marco Follini, membro del comitato dei 45 del nascituro Partito Democratico: “Stiamo attenti a non inseguire la destra sul suo terreno”, ammonisce il leader dell’ “Italia di mezzo”.

Nei prossimi giorni ne sapremo di più. E vedremo come l’Unione saprà dirigere le tensioni diverse presenti al suo interno. L’identità del Partito Democratico passa anche da queste scelte.

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