Le dimissioni del Presidente Nardone devono essere ritirate

di Redazione

Carmine NardoneBENEVENTO. Il Presidente Nardone ha il dovere di continuare la sua opera per la salvaguardia del territorio in quanto bisogna dargliatto di aver dato un importante impulso alla pianificazione territoriale attraverso il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e il Piano Energetico Ambientale Provinciale.

“A questo progetto va enunciato che lo sviluppo ecocompatibile deriva principalmente da una programmazione territoriale emendata che metta in uguale attinenza le esigenze umane di crescita economica con la custodia dell’ambiente, e in particolar modo della natura, determinando così uno sviluppo o conservazione della qualità della vita delle persone. Premesso che se vogliamo risolvere ed affrontare l’emergenza rifiuti ci vogliono delle priorità assolute: l’avvio di un confronto trasparente con tutte le comunità locali che facciano chiarezza sull’utilità e la riduzione a monte dei rifiuti e massimilizzazione delle raccolte differenziate. Noi verdi per la pace della Provincia di Caserta diamo sostegno ai dissociatori molecolari una tecnologia innovativa, fondata su principi consolidati, in grado di convertire in gas di sintesi, pulito ed energeticamente molto efficiente, qualsiasi materiale organico, sintetico (per es. rifiuti) o biodegradabile (biomassa). L’impianto di dissociazione molecolare dei rifiuti non incenerisce i rifiuti, opera infatti con troppo poco ossigeno, e a temperature non superiori a 400 gradi: chi crede che sia una temperatura elevata, pensi che gli inceneritori lavorano a 1300 gradi!!! non hanno un costo altissimo, sia come costruzione che manutenzione, in quanto la dissociazione molecolare risolve i problemi che hanno gli inceneritori abbattendo in modo considerevole sia gli impatti sanitari che quelli ambientali. Dal punto di vista del recupero di materia è importante perché i materiali non carboniosi cioè non dissociabili rimangono inalterati per cui è possibile con un procedimento meccanico estrarre per esempio vetro e metalli. Gli impianti di dissociazione molecolare sono inoltre in grado di lavorare il 97% della materia cosicché il residuo finale si aggira intorno al 3% invece che al 20-30% dell’inceneritore (questo è vero bruciando il tal quale, bruciando cdr se ne produce il 7-10%, ndr). Altro vantaggio è la possibilità di trattare il tal quale, cosicché è possibile saltare il passaggio dall’impianto del Cdr (che invece negli inceneritori garantisce l´uniformità delle emissioni, ndr) e infine il gas ha un impiego molto flessibile, perché bruciandolo ha la stessa efficienza energetica di un inceneritore, ma è possibile utilizzarlo anche per l’alimentazione di motori oppure avviato al reforming dell’idrogeno, con efficienza molto superiore».La differenza tra un dissociatore molecolare e un gassificatore è che rispetto ai gassificatori il dissociatore non utilizza altri combustibili, eccetto che nel quarto d’ora in cui viene portato a temperatura. E quindi non essendoci bisogno per esempio di metano per mantenere in temperatura il sistema, mancano le emissioni in atmosfera di questi combustibili. Qualche decennio fa la battaglia ecologista riuscì a innalzare le temperature degli inceneritori perché fu dimostrato che maggiore era la temperatura e minore era l’emissione di diossine: Il dissociatore molecolare che temperature raggiunge? «E’ vero, la diossina viene emessa soprattutto dai 400 agli 800 gradi e per questo gli inceneritori furono portati intorno ai 1200. Il dissociatore molecolare invece, fermandosi sotto i 400 gradi, non emette diossine. Quindi il problema non esiste, anche perché l’ambiente in cui lavora il dissociatore è povero di ossigeno. Mentre per quanto riguarda le nanopolveri? Secondo il professor Montanari, che come voi si batte contro gli inceneritori, qualsiasi processo di combustione, anche una sigaretta, emette nanopolveri. «La condizione che presiede alla emissione di nanoparticelle è la turbolenza estrema che avviene nella combustione. Nel caso del dissociatore la combustione non è violenta ma controllata, quindi le nanopolveri, che eventualmente possono essere prodotte nella fase successiva, quella della combustione del singas, hanno valori bassissimi, ben più bassi di quelli del metano, che pure è considerato un combustibile pulito».Nel terminare, pensando di aver dato informazioni utili ai cittadini ed ai politici beneventani, voglio ricordare infine che la priorità resta il confronto con i cittadini e la raccolta differenziata, perché recuperare i materiali è comunque più importante ed economico che produrre energia, è stato finalmente dimostrato senza dubbio e riserva che esistono tecnologie perfettamente funzionanti in grado di superare l’incenerimento dei rifiuti, che funzionano anche in piccole unità e quindi non richiedono il trasporto di rifiuti a lunga distanza e garantendo il corretto funzionamento degli stessi, con reti di controllo oggettivo, mettendo i dati a disposizione dei cittadini, amici dell’ambiente, della salute, e delle tasche delle popolazioni.

E come più volte afferma il mio Presidente Provinciale Enzo Falco la Politica può affrontare e risolvere una volta e per sempre questo problema, riappropriandosi del potere di decidere delle sorti e del destino della Campania.

CARLO SCALERA VERDI MADDALONI

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