Aggressione al Moscati, Asl parte civile

di Redazione

Moscati Pronto SoccorsoAVERSA. L’azienda sanitaria locale si costituirà parte civile nel procedimento che giudicherà le due persone che martedì hanno aggredito due medici e altrettanti infermieri al Moscati. Gli aggressori sono stati denunciati per aggressione, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento.

La decisione dell’Asl ce2 al termine della riunione tenutasi ieri mattina in cui si è comunque parlato degli atavici problemi del pronto soccorso normanno, come la carenza di personale infermieristico nel reparto. Se da un lato, infatti, l’azienda condanna l’atto violento nei confronti degli operatori, dall’altro dice di «comprendere la naturale preoccupazione per le condizioni del loro congiunto, peraltro non gravi, da parte delle due persone che hanno aggredito gli operatori», ma di «non riuscire a giustificare certi atteggiamenti». E dopo gli eventi di martedì, le lunghe attese dei pazienti che possono raggiungere anche tre ore, continuano ad esserci. E continua ad esserci un’unica guardia giurata al banco del triage, con il compito di far attendere i familiari aldilà del tavolone d’ingresso. Sempre ieri, c’è stata all’Asl una riunione tra i vertici dell’azienda con il direttore generale Angela Ruggiero e il primo cittadino di Santa Maria Capua Vetere Giudicianni per chiarire la vicenda dell’accorpamento delle guardie mediche della città sammaritana e della limitrofa Curti e la diminuzione drastica del numero di operatori impiegati nei due uffici. La Ruggiero ha evidenziato come «l’accorpamento delle due strutture di continuità assistenziali, peraltro situate nello stesso stabile, risponde alla delibera di giunta regionale che prevede la presenza di un solo presidio di guardia medica per distretto, con l’impiego di personale medico conteggiato secondo il rapporto di un operatore ogni quattromila residenti». Oggi sono 15 le unità lavorative calcolate in base ai dati del 2005. «Ma – dice Giudicianni – ad oggi la popolazione è di circa diecimila abitanti in più. Chiedo perciò l’integrazione delle quindici unità attualmente in servizio con altri tre medici». Richiesta che la Ruggiero si è detta disposta a valutare.

Il Mattino (MARILÙ MUSTO)

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