Polemica Batasuna, il commento di Tanalab

di Redazione

TanaLabAVERSA. L’incarcerazione del massimo dirigente e portavoce nazionale di Batasuna, Arnaldo Otegi, accusato dal Tribunale Supremo di “apologia di reato”, …

…e la condanna a 15 mesi di reclusione, sono un chiaro attacco del governo spagnolo contro la volontà del popolo di Euskal Herria di dare una svolta al percorso di risoluzione politica pacifica che i baschi portano avanti da tempo, …così come già dichiarato apertamente e pubblicamente, anche nelle precedenti apparizioni pubbliche dal responsabile internazionale di Batasuna Joseba Alvarez. Il governo Zapatero continua a non tenere conto della volontà del popolo delle Euskadi e continua a portare avanti la campagna di criminalizzazione verso un partito, Batasuna, che ha al suo interno tantissimi politici che giorno dopo giorno lavorano in coesione proprio con gli stessi apparati dello stato spagnolo. Non possiamo far altro che continuare a dare il nostro sostegno e la nostra solidarietà ad un popolo ed al partito di Batasuna che da anni lotta pacificamente per la propria indipendenza, estraneo alle accuse di terrorismo che gli vengono mosse. L’obiettivo condiviso dalla popolazione spagnola è la pace e la normalizzazione politica. L’appoggio e il sostegno vengono espressi ogni giorno da molteplici realtà di tutta Italia, non solo politiche, ma di intere comunità cittadine: dalla Valsusa a Firenze, da Roma a Napoli, così ad Aversa il sentimento di partecipazione e attenzione verso una realtà complessa è vivo e non sporcato da quel provincialismo retrivo e Arnaldo Otegioscurantista che purtroppo caratterizza certi ambienti limitati. Siamo consapevoli, infatti, che alcuni politicanti, o pseudo tali, del nostro territorio non hanno altro da fare che tentare continuamente di criminalizzare e denigrare il lavoro politico e sociale, di chi ogni giorno critica un sistema sempre più ingiusto, arrogante e criminale. Viviamo in un territorio dove gli affari camorristici sono diventati legalità, dove i politici piuttosto che perdere la loro poltrona sono disposti a spendere migliaia di euro per accaparrarsi quel posto di prestigio (?) che permette di fare affari tra appalti, speculazioni e piaceri agli amici degli amici. Viviamo in costante emergenza rifiuti a causa di spartizioni di potere i cui contorni sfumano tra clan camorristici e parti politiche, da sinistra a destra. Viviamo in un degrado esasperato dove le zone periferiche sono sempre più abbandonate a se stesse, i giovani non hanno un futuro se non fatto di precarietà e difficoltà. Siamo alle prese con un sistema che tace dinanzi un reo di crimini contro l’umanità come il signor George W.Bush, ed esalta la guerra come unica strada per riportare la “democrazia” in paesi dove gli interessi economici sono più importanti della “pacificazione”. Dunque, non ci stupiamo affatto che qualche politicante, forte di una manciata di voti, non aspetti altro, come un avvoltoio affamato di notorietà e distruzione, che la possibilità di richiamare “interrogazioni ai ministeri”. Noi preferiamo interrogare la gente, 365 giorni l’anno, e domandarci insieme se l’attuale situazione sia recuperabile, se e dove poter intervenire socialmente per la ripresa culturale delle nostre vite, della nostra salute, della nostra dignità. Abbiamo sempre sottolineato la nostra solidarietà a chi in tutto il mondo lotta per la difesa dei propri diritti e della propria indipendenza. Sappiamo bene che non si può giudicare nessun popolo attraverso lo sporco lavoro dei media e degli stessi politicanti che preferiscono semplificare le cose piuttosto che analizzarle e discuterle. Continueremo dunque ad informare dal basso, ad agire in continua ricerca di una informazione libera ed indipendente, continueremo a lottare e discutere con la gente per cambiare il cambiabile, continueremo a Joseba Alvarez, responsabile internazionale di Batasunadenunciare gli affari sporchi di chi della politica fa il suo lavoro, la sua fonte di elevazione sociale, di chi finge di non sentire il grido disperato di una terra violentata dalla mafia, di chi non solo non sente, ma contribuisce con le proprie ‘azioni’, e con il proprio assenso a questo stato di cose. Noi non ci guadagniamo nulla, non abbiamo migliaia di euro da spendere per una poltrona, per elargire promesse ipocrite, demagogiche, né abbiamo i nostri amici parlamentari che ci accontentano di tanto in tanto, né amici silenziosi e potenti che annuiscono da lontano. Con l’autofinanziamento, con le iniziative, con la cultura e la socialità, andiamo avanti e con non poche difficoltà cerchiamo di cambiare qualcosa. Ci sono minacce, odio e incomprensibili offese che periodicamente ci colpiscono dalla stampa locale, circoscritte, ma comunque pericolose di chi si ostina nella sua ridicola crociata contro “presunti” avversari politici. Minacce verso il laboratorio TanaLab e verso chi la pensa “diversamente”. Chi vorrebbe “vederci morti”, chi minaccia di “farci saltare in aria”: non capiamo da cosa derivi tanto odio, questo è certo, ma crediamo fermamente nella pericolosità di queste affermazioni, perché più volte vittime di minacce fisiche e verbali nei pressi della nostra sede. Come chiamare questa ossessione di creare il “nemico Tanalab”, nemico di Aversa, dei cittadini, dell’ordine pubblico? Noi crediamo che questo atteggiamento sia provocatore e mandante di certe aggressioni che abbiamo subito in altre occasioni. Se questa è la vostra democrazia, i terroristi non siamo certo noi.

I Compagni e le Compagne di TanaLab

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