Ha un nome il presunto assassino di Raciti

di Antonio Taglialatela

il padre del 17enne durante la conferenza stampaCATANIA. “A.S., le iniziali del 17enne indagato dalla Procura di Catania per omicidio volontario”, ha scritto ieri la Gazzetta dello Sport sul proprio sito on-line. Secondo questa fonte il minorenne avrebbe anche confessato di aver ucciso il poliziotto. Ma l’avvocato continua a smentire.

l'ultrà col lavabo ripreso dalle telecamere“Ho partecipato a uno scontro contro la polizia”. “Ho colpito un agente con una sbarra di ferro spingendolo a mò di ariete”, avrebbe detto in lacrime ai magistrati dopo un lungo interrogatorio. Delle “parziali ammissioni” che avrebbero spinto il procuratore Gaspare La Rosa a chiedere l’arresto del giovane. La prova decisiva sarebbe il filmato di una microtelecamera ripreso nel locale dove il 17enne martedì scorso era trattenuto in stato di fermo con altri tifosi del Catania. Un “cenno di assenso con la testa” a una domanda sul suo coinvolgimento nella morte di Raciti, avrebbe convinto gli investigatori sulle sue responsabilità. Dai filmati ripresi da alcune tv e dal sistema di videosorveglianza interno dello stadio di Catania sono invece stati estratti i frammenti dell’aggressione: un giovane, col volto parzialmente coperto, colpisce Raciti con pezzo di lavabo divelto dai bagni dello stadio. Il ragazzo è alto circa 1 metro e 70, pesa 100 chili. Non ha precedenti penali alle spalle, è figlio di un impiegato in un’industria catanese e di una casalinga, e gioca a rugby. La sera del derby Catania-Palermo era entrato allo stadio con l’abbonamento. Ma il suo avvocato, Giuseppe Lipera, continua a ripetere che il ragazzo non ha confessato. “Il mio assistito ha respinto ogni accusa. Si proclama innocente”, ha dichiarato. Intanto, il padre dell’accusato, attraverso il legale, ha nominato un perito di parte che dovrà accertare le cause della morte del poliziotto. Ma, soprattutto, attraverso una lettera, ha chiesto al procuratore generale Giovanni Tinebra di avocare a sè l’inchiesta e toglierla alla Polizia. “Per la serenità di tutte le parti processuali – si legge nel ricorso che sarà depositato domani – sarebbe opportuno che le investigazioni d’ora in avanti siano svolte da altre forze di polizia, carabinieri o guardia di finanza, onde garantire a chiunque la massima trasparenza”.

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