Aversa, il giorno dopo il “furto da film”: la rabbia dei clienti della banca derubati

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Una città prigioniera di una banda di malviventi. Tir, camion e un’autovettura utilizzati per fermare la città. Tutte le strade di accesso bloccate, ad eccezione della Variante, ad est. Automezzi che sono stati messi di traverso poco dopo le cinque, praticamente quando era già giorno, ma nessuna forza dell’ordine che abbia avuto la prontezza di verificare cosa stesse accadendo. Aversa come un set cinematografico alla “Milano violenta”, solo che mancavano i buoni.

Al danno, poi, si è aggiunta la beffa. Quei camion sono rimasti lì per ore bloccando il già caotico traffico mattutino. Ed è stato proprio grazie al caos che si è venuto a creare che Aversa e gli aversani hanno saputo dell’incredibile furto alla filiale Unicredit della centralissima piazza Vittorio Emanuele (leggi qui). La banda, composta almeno da una decina di professionisti, ha portato via un blocco di novanta cassette di sicurezza. «Hanno colpito non la banca, – ha dichiarato una signora intestataria di una delle cassette – ma novanta famiglie, molte delle quali in quelle cassette avevano gioielli, ricordi, che erano preziosi soprattutto per il loro valore affettivo».

«Appresa la notizia del furto di questa notte, – ha dichiarato da parte sua il primo cittadino normanno Alfonso Golia – mi sono recato sul luogo dove erano in corso i rilievi della scientifica. Le forze dell’ordine sono al lavoro. Ho avuto anche un colloquio telefonico con il viceministro dell’interno Matteo Mauri a cui ho ribadito la necessità di rinforzi per le forze dell’ordine. Non siamo il far west, ma le donne e gli uomini che operano ogni giorno a tutela della nostra sicurezza hanno bisogno di maggiore supporto nelle nostre zone».  «Mi auguro – ha concluso il primo cittadino – che le indagini siano celeri e gli autori siano quanto prima rintracciati e assicurati alla giustizia. Buon lavoro alle forze dell’ordine».

Sulla stessa scia Maurizio Pollini che, al di là del fatto di essere vicepresidente della Camera di Commercio di Caserta, è uno dei colpiti direttamente essendo uno dei titolari delle cassette di sicurezza portate via dalla banda di malviventi. «E’ necessario tenere una seduta del comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico in città per verificare la sufficienza degli uomini delle forze dell’ordine presenti ad Aversa. Non si capisce questa assenza prolungata in questa circostanza», ha dichiarato Pollini, per poi concludere: «A casa gioielli di famiglia e denaro non si possono tenere per paura dei ladri, ma nemmeno in banca, da quanto si è visto. Ora si parla di 10mila euro di risarcimento, nulla rispetto ai ricordi di famiglia».

Ci sono anche testimoni come una signora che abita nei piani superiori dell’edificio che ospita la banca e che non si è insospettita quando ha visto i mezzi utilizzati dai ladri, una gru e un camion. Ieri mattina, infatti, dovevano iniziare i lavori di ristrutturazione del palazzo «ed io – ha dichiarato la donna – ho pensato che la ditta che doveva realizzare le opere si stesse organizzando per essere pronta all’orario di lavoro». «Una città intera – afferma Pasquale Migliaccio, professionista aversano – presa in ostaggio per ore nei suoi accessi principali fa riflettere sui pericoli che corriamo e sul livello di sorveglianza che dovrebbe proteggerci. Non è il caso di fare supposizioni su particolari responsabilità, ma mi chiedo per quante ore quei mezzi hanno ostruito gli accessi non a un vicolo periferico, ma alle vie principali di una città di 60mila abitanti? Il crimine in sé è quasi ridicolo di fronte al vuoto che questi banditi hanno trovato. C’è da preoccuparsi e da riflettere».

Preoccupazioni e riflessioni che gli aversani da ieri hanno fatto propri e non trovano risposta. La paura principale è quella di non avere alcuna protezione quando scende la sera. I ladri, infatti, hanno agito indisturbati almeno per una ventina di minuti senza che nessuno si accorgesse di nulla. Ad aiutarli, a quanto pare, anche la mancanza di energia elettrica all’interno dei locali dell’istituto di credito. Circostanza che, non essendo dotata la banca di un generatore, non avrebbe fatto scattare l’allarme e, quindi, non avrebbe consentito alle forze dell’ordine di intervenire per tempo.

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