Carinaro, Festa della Tammorra dal 7 al 9 giugno

di Redazione

Magia e superstizione, curiosi intrecci tra sacro e profano, musica del popolo e ballate di briganti: tre giorni di tammurriate quelli in programma a Carinaro per la quattordicesima edizione della Festa della Tammorra, in programma da venerdì 7 a domenica 9 giugno presso piazza Trieste. Come una nave spinta dai venti della storia e da quelli del mito della musica popolare, la Festa della Tammorra ritorna ad incantare il cuore del paese, stimando anche quest’anno un grande afflusso di turisti e appassionati di tammorre. La kermesse, che rientra nel programma regionale di eventi per la promozione turistica e la valorizzazione culturale dei territori, promosso dalla Regione Campania e da Campania Turismo, vede tra i partner anche Jesce Sole, da sempre impegnata nella comunicazione e organizzazione di eventi culturali nel territorio campano.

Si parte venerdì 7 giugno, alle 20.30, quando ad aprire le danze, con la presentazione di Cosimo Alberti, saranno i ViaNova band, a seguire la Scuola di tarantella di Montemarano, Romeo Barbaro e il sound dei Suddaria. A dare il via alla seconda serata della rassegna sarà Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo italiano, autore di numerosi saggi e pubblicazioni sulla musica popolare. Si prosegue con I Vico e la piccola orchestra della tammorra. Ospite attesissimo della serata anche Carlo Faiello, cantautore e compositore.  A calare il sipario sulla kermesse, domenica 9 giugno, saranno gli Alla Bua, che porteranno in scena le contaminazioni più tradizionali della cultura musicale salentina. A chiudere la tre giorni sarà il Re della tammorra, Marcello Colasurdo, cantore moderno delle antiche tradizioni popolari, umane, culturali ed emotive, di Napoli e della Campania.

Non mancheranno stand enogastronomici grazie ai quali si potrà degustare l’immancabile piatto tipico della zona, ovvero, la “cianfotta” di verdure, un classico intramontabile realizzato con i prodotti freschi dell’orto. “Sono felice di contribuire alla promozione e al rilancio dei valori della nostra comunità – ha spiegato il sindaco di Carinaro, Nicola Affinito – la riscoperta delle tradizioni agricole legate ad un popolo che aveva nella famiglia il suo punto cardine. Attraverso i canti e i balli popolari si rivivono quei momenti felici e di festa che un tempo sugellavano un buon raccolto o una buona annata. La festa della tammorra a Carinaro è molto di più di una semplice kermesse, si tratta di una manifestazione che coinvolge l’intero agro aversano e diversi comuni del napoletano e per noi tutto questo è motivo di vanto e di orgoglio”.

A fargli eco nell’ottica di Carinaro territorio promotore di cultura, il direttore artistico Bruno Lamberti, già presidente dell’associazione “Carinaro Attiva”. “Abbiamo messo insieme il massimo della musica popolare -ha detto – riunendo i più alti rappresentanti del genere. Non abbiamo tralasciato nulla e abbiamo posto la giusta attenzione anche al delicatissimo tema della contaminazione. Non dobbiamo mai dimenticare che i ritmi e i modi vanno recuperati e su essi vanno inseriti aspetti nuovi, come fanno ad esempio Faiello, I Vico e Sparagna, ma vanno sempre rispettati i temi della tradizione. E i nostri ospiti lo fanno in maniera unica ed ineccepibile. Altro aspetto importante è la presenza della scuola di Montemarano, quello che Roberto De Simone ha definito un popolo e non un paese. Sarà una festa grandiosa e ci aspettiamo una partecipazione maggiore rispetto allo scorso anno, quando nel corso della tre giorni erano state registrate 30mila presenze”. Appuntamento, dunque, in piazza Trieste, a Carinaro, con un viaggio alla scoperta della poesia e dei ritmi della tammorra, una tammorra capace di raccontare i destini degli uomini e le vicende di un popolo.

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