Donna vince al Bingo, poi viene picchiata e rapinata nel Torinese: 2 arresti

di Redazione

Dalla gioia alla violenza nel giro di pochi minuti. Una donna di 68 anni, dopo aver realizzato una vincita al Bingo di Moncalieri, è stata pedinata, picchiata e rapinata sotto casa da due rapinatori. Si tratta di Giuseppe Zarbo, 48 anni, e Antonio Serra, 47, entrambi di Torino, arrestati giovedì 2 maggio dai carabinieri del nucleo investigativo e della tenenza di Nichelino.

I fatti risalgono al 15 febbraio scorso, quando la donna, residente a Nichelino, era stata fermata sotto casa da due sconosciuti e colpita al volto con numerosi calci e pugni fino a farle perdere i sensi. I due aggressori le rubarono la borsa contenente i documenti e 500 euro, la vincita appena realizzata al Bingo, fuggendo con l’auto della vittima.

I carabinieri sono finiti sulle tracce dei balordi mentre indagavano su un omicidio, quello di Umberto Prinzi. Dai colleghi della Tenenza di Nichelino venivano a conoscenza che la descrizione fatta dalla vittima e dai gestori della sala Bingo di uno dei due sospettati della rapina era riconducibile ad Antonio Serra, sotto indagine e già arrestato, il 20 marzo scorso, proprio per l’omicidio di Prinzi. Le indagini hanno permesso di arrestare prima Serra per l’omicidio di Prinzi e in seguito attribuirgli, con la complicità di Zarbo, la rapina alla donna. A incastrare i malviventi anche la ricostruzione formulata grazie ai filmati di videosorveglianza, ai quali si sono intrecciate le attività tecniche di indagine a proposito dell’omicidio.

Umberto Prinzi balzò alle cronache nel 1995 per aver ucciso Cosimo Andriani, alias “Valentina”, la sua fidanzata transessuale, animatrice delle notti torinesi. Durante un litigio l’aveva strangolata e poi aveva nascosto il cadavere in un sacco, gettandolo in una scarpata nelle Valli di Lanzo. Condannato a 22 anni di carcere, si era professato sempre innocente, ma nel 2007 aveva fatto ritrovare il corpo e ammesso le sue responsabilità. Dieci anni più tardi era uscito dal carcere e aveva iniziato un’attività di commercio di auto usate. Secondo i carabinieri ci sarebbe stato un affare andato male, probabilmente legato a una partita di orologi, alla base dell’omicidio per il quale sono finiti in carcere Nicola Termine, che ha confessato, e Antonio Serra, che continua a dichiararsi innocente.

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