Barcellona, furgone travolge folla: morti e feriti. 5 terroristi uccisi a Cambrils

di Redazione

Un furgone si è lanciato sulla folla sulla Rambla de Canaletes a Barcellona, in Spagna, nel centro della città. Per la polizia si tratta di un attacco terroristico. Almeno 13 i morti e un centinaio i feriti. Una persona ritenuta coinvolta nell’attentato è stata arrestata mentre due risultano in fuga, una delle quali sarebbe morta in una sparatoria con gli agenti.

Poi, intorno all’una di notte, un nuovo attacco è stato compiuto a Cambrils, città catalana a circa due ore d’auto da Barcellona. Cinque terroristi uccisi, sei civili e un poliziotto feriti (leggi qui).

L’Isis ha rivendicato l’attentato attraverso la sua agenzia Amaq, definendo gli attentatori “soldati dello Stato islamico”. Lo riferisce il Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web, pubblicando una immagine della rivendicazione in arabo.

L’uomo fermato sarebbe stato identificato dalla Guardia Civil come il noleggiatore del furgone utilizzato nell’attentato. Sarebbe di origine maghrebina e titolare di un permesso di residenza in Spagna. Non si sa ancora se sia lui l’autore dell’attentato. La descrizione dell’assalitore è quella di un uomo alto 1,70, che indossa una camicia bianca a strisce azzurre. Secondo la tv catalana Tv3 la persona arrestata è ritenuta coinvolta nell’attentato mentre altri due soggetti sono in fuga: per questo sono stati allestiti posti di blocco alle principali uscite di Barcellona.

Il primo episodio è avvenuto all’altezza dell’incrocio con Carrer Bosucces, il viale commerciale del centro di Barcellona. Il furgone procedeva a una velocità di 80 km orari e ha percorso circa 530 metri prima di fermare la propria corsa. Il furgone era arrivato sulla passeggiata della città catalana da via Pelai e si è fermato nell’area del Teatro Liceo. Diverse ambulanze e veicoli dei soccorritori sono sul posto. I negozi dell’area hanno chiuso con i clienti all’interno. La polizia di Barcellona, infatti, ha ordinato a negozi, ristoranti e hotel della zona della Rambla di chiudere le serrande e non lasciare uscire nessuno nelle strade. Secondo El periodico i servizi spagnoli avevano già ricevuto due mesi fa un’informativa della Cia sulla possibilità di attentati terroristici alla Ramblas.

Un secondo furgone bianco collegato all’attacco a Barcellona è stato trovato nel villaggio di Vic, nei pressi della città. Lo riferiscono le autorità locali citate dai media. L’area è stata isolata. Si ipotizza il mezzo sia stato usato per la fuga.

“All’ambasciata italiana in Spagna risulta finora che tre italiani sono rimasti feriti nell’attentato a Barcellona”. Lo ha detto a ‘6 su Radio 1′ l’ambasciatore a Madrid, Stefano Sannino. “Ci sono persone di diciotto nazionalità tra coloro che sono rimasti coinvolti nell’attentato”, hanno riferito le autorità locali. Nell’elenco dei Paesi figura anche l’Italia, ma non viene precisato se gli italiani coinvolti siano morti o feriti. Tra le prime vittime identificate, tre turisti tedeschi e un cittadino belga. L’elenco completo delle nazionalità comprende anche quella Francia, Spagna, Olanda, Argentina, Venezuela, Australia, Ungheria, Perù, Irlanda, Grecia, Cuba, Macedonia, Cina, Romania, Algeria. Con migliaia di italiani in questi giorni in Spagna. L’ambasciatore italiano ha comunicato che al momento risultano tre nostri connazionali tra i feriti. Attivato un numero d’emergenza per ottenere informazioni.

Il giallo dei fratelli Oukabir – Driss Oukabir, 28 anni, è stato identificato per ore come l’uomo che aveva affittato il furgone usato per l’attentato di Barcellona, quindi come il responsabile dell’attacco che ha provocato 13 morti e oltre 100 feriti sulla Rambla. Ed è stato coperto d’insulti su Facebook, fino a quando il social network non ha oscurato il suo profilo. Poi alla polizia di Ripoll, il paese catalano in cui vive, si è presentato un uomo che ha detto di chiamarsi Driss Oukabir e ha denunciato il furto dei suoi documenti. Con il passare delle ore si è fatta strada l’ipotesi, rilanciata da diversi mezzi di informazione spagnoli, che nell’attentato fosse coinvolto il fratello, Moussa Oukabir, 18 anni, arrivato soltanto domenica scorsa a Barcellona dal Marocco.

Driss Oukabir è nato il 13 luglio 1989 ad Aghbala, in Marocco, ed è titolare di un permesso di residenza in Spagna. In passato è stato condannato per maltrattamenti ed è stato detenuto nel carcere di Figueres, nella provincia settentrionale di Girona, da cui è uscito nel 2012. Dal suo profilo Facebook risultava che è di Marsiglia e vive a Ripoll, un comune di 10mila abitanti a più di 100 chilometri a nord di Barcellona, quasi al confine con la Francia.

Non è ancora chiaro quanti fossero i terroristi, né quale sia la loro sorte. Le informazioni e le indiscrezioni di stampa si intrecciano con le notizie ufficiali date dalle autorità: un uomo ha cercato di forzare un posto di blocco ed è stato ucciso dalla polizia, ma poi viene fuori che non aveva nessun legame con l’attacco; due persone sono state arrestate; l’uomo che guidava il furgone è ancora in fuga e i sospetti cadono su Moussa Oukabir. Quello che pare certo è che non si è trattato di un gesto compiuto da un “lupo solitario” ma di una cellula più o meno organizzata (l’Isis ha riventicato l’attacco).

Il furgone è stato noleggiato in località Santa Perpetua de la Mogada. L’autista autore dell’attacco è stato descritto dalla polizia come “un ventenne alto 1,70 con una maglietta bianca con strisce blu”. Il profilo Facebook di Driss Oukabir non faceva certo pensare a un aspirante martire della jihad. Al suo nome aveva aggiunto Soprano, forse un riferimento a un rapper. L’ultima immagine l’aveva caricata appena due giorni fa, il 15 agosto alle 21.27. Lo ritrae in costume e in spiaggia, sotto un ombrellone, con un paio di cuffie bianche.

La sua foto profilo era un selfie, come molte altre che si è scattato in questi anni, sempre di fronte a quello che sembra lo specchio di un bagno, sempre ben rasato e molto curato. Tra gli scatti che aveva pubblicato si vedevano un cucciolo di pitbull nero, probabilmente il suo cane, e una Peugeot grigia con il cofano anteriore aperto. L’unica foto che ricordava la sua probabile origine nordafricana era una bandiera dei berberi del Marocco, pubblicata mentre era a Ripoll, e una foto con bandiere marocchina e algerina su cui campeggiava la scritta “Maghreb Maphia”.

Sul profilo c’erano molti video di gruppi musicali arabi, in particolare del rapper La Fouine il cui nome compare subito sotto il suo. Unico riferimento alla religione, il Corano tra i libri preferiti e i “mi piace” a pagine relative all’Islam. Ma era anche segnalato un gruppo chiamato “Appoggio volontari spagnoli contro Daesh”, l’acronimo arabo per indicare lo Stato Islamico. Molti i richiami alla cultura marocchina.

Qualche giorno fa Driss, apparentemente tifoso del Real Madrid, aveva anche condiviso un video musicale di una cantante araba: l’unico aggiornamento aperto al pubblico, che in poche ore era stato riempito di commenti e di insulti da parte degli utenti del social network. Fino a quando Facebook non ha deciso di oscurare la pagina.

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