Aversa, sicurezza nelle scuole: per alcune è un “optional”

di Antonio Arduino

Aversa – Dopo aver toccato con mano i problemi di sicurezza esistenti nel Secondo Circolo Didattico e nell’Istituto Comprensivo “Gaetano Parente” ci siamo chiesti se le strutture scolastiche cittadine, di competenza comunale, garantiscano la sicurezza degli studenti, ragazzi di età compresa tra i 3-4 anni e i 12-13 anni.

La risposta è no. In quelle strutture scolastiche sembra proprio che la sicurezza sia un “optional”. Senza voler entrare nei dettagli relativi ai singoli plessi scolastici bastano tre osservazioni per dimostrare la testi. La prima è relativa al numero degli alunni ospitati nelle singole classi diventate in molti casi dei veri e propri ‘pollai’ per l’alto numero di allievi che contengono, disattendendo il testo unico 297 del 1994 che si riferisce alla efficacia didattica (dubbia se le classi sono ‘pollai’) e alla sicurezza antincendio in cui, è detto esplicitamente, “non è possibile accettare più iscrizioni di quante non ne consenta lo spazio delle aule” e l’articolo 5 dell’allegato 1 al decreto ministeriale del 26 agosto 1992 che individua il parametro 26 persone/aula per determinare il ‘massimo affollamento’ ipotizzabile sui piani e complessivamente nell’edificio scolastico al fine della conformazione, in caso di emergenza, delle vie d’esodo per la messa in sicurezza del personale”.

Un’indicazione che imporrebbe ai dirigenti la collocazione delle classi all’interno dell’edificio tenendo conto dell’affollamento complessivo che si determina in ogni piano, con riferimento al ‘massimo affollamento’ con la conseguenza che, qualora gli alunni siano superiori alle 26 unità, il dirigente dovrebbe avere cura di collocare sullo stesso piano classi meno numerose in modo da assicurare la media di 26 persone per classe.

Fanno eccezione alla regola le classi in cui sono presenti allievi con handicap dove il numero non può superare il limite di 20, massimo 22 unità, purché ve ne sia una ragione motivata in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili.

La seconda osservazione è relativa alla certificazione antincendio che sembra mancare in alcune scuole comunali, tant’è che gli estintori destinati ad essere usati in caso di emergenza non vengono controllati dal settembre 2015. Di conseguenza, all’occorrenza potrebbero, usiamo il condizionale per amor di patria, non funzionare.

Terza ed ultima osservazione è la certificazione di idoneità igienico-sanitaria che deve essere rilasciata, dietro controllo, dall’azienda sanitaria locale, indispensabile per dare inizio alle attività scolastiche, che manca in alcune scuole ed è stata sostituita da una certificazione provvisoria rilasciata dal sindaco (nella foto) che però è scaduta da tempo perché valida solo 60 giorni.

Possibile che con queste carenze si possa parlare di “scuole sicure”? Se poi aggiungiamo le altre presenti nei singoli plessi viene naturale chiedere se per parlarne dovremo aspettare che si verifichi un’emergenza. In quel caso, i politici di turno, invece di fare mea culpa, cercheranno responsabili e responsabilità.

Interpellata sulla questione l’assessore alla Pubblica istruzione, Federica Turco, la quale, dopo aver ricordato che la “sicurezza è la prima cosa”, afferma: “Per quanto riguarda gli estintori, eravamo a conoscenza del problema ed abbiamo già consultato sei ditte del cottimo che hanno rifiutato. Di conseguenza abbiamo pensato a preparare un bando aperto proprio per velocizzare l’iter e gli uffici, fin dall’inizio del nostro mandato, stanno lavorando per questo. Se le ditte non partecipano non è un problema creato dall’amministrazione che sta lavorando per risolverlo”. “Quanto alla certificazione dell’Asl, relativa all’idoneità igienico-sanitaria delle scuole, i certificati sono già pronti”, conclude l’assessore. Si spera, quindi, per scongiurare l’ipotesi di “allarme”, che questi certificati siano esposti al più presto alla visione del pubblico, poiché, al momento, vi sono soltanto quelli provvisori scaduti da mesi.

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