David di Donatello, trionfa “La pazza gioia”. Sei premi a testa per Rovere e De Angelis

di Gaetano Bencivenga

Gli Studi De Paolis di Roma hanno ospitato la cerimonia di premiazione dei 62esimi David di Donatello (erroneamente pubblicizzati come 61esimi), i veri e propri Oscar del cinema nazionale, presentata con il solito stile sprintoso e contemporaneo da Alessandro Cattelan.

La volata a tre, ampiamente annunciata alla vigilia dal cospicuo numero di candidature ottenuto, l’ha vinta “La pazza gioia” di Paolo Virzì, che si è aggiudicato 5 statuette su 17 nomination, ovviamente, le più importanti. La pellicola diretta dal bravo Virzì ha, infatti, trionfato nelle categorie di miglior film, regia, scenografia, acconciature e attrice protagonista, Valeria Bruni Tedeschi. Quest’ultima, al quarto David della carriera, ha sbaragliato la concorrenza, anche quella agguerritissima della coprotagonista Micaela Ramazzotti, per il ruolo della “folle” Beatrice, un’interpretazione da manuale che ha contribuito, senza dubbio, a rendere “La pazza gioia” il miglior titolo italiano dell’anno. Virzì, dal canto suo, ha guadagnato, per la prima volta, il trofeo per la regia, mentre per la quarta volta quello di miglior pellicola.

Sei David se li è aggiudicati “Veloce come il vento” di Matteo Rovere, che ha visto prevalere l’attore protagonista Stefano Accorsi (al suo secondo David), davvero in parte nel ruolo di una promessa mancata dell’automobilismo rovinatosi a causa di una vita dissoluta e rinato grazie al talento della giovanissima sorella ma che ha ben figurato, soprattutto, nelle categorie tecniche (fotografia, trucco, montaggio, suono, effetti digitali).

Stesso numero di trofei per il campano “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, autentica sorpresa della stagione, che ha incassato il consenso di pubblico, critica e dell’Accademia del Cinema, presieduta ad interim dal cineasta Giuliano Montaldo, portando a casa gli allori per sceneggiatura originale, produttore, musicista (Enzo Avitabile), canzone originale (“Abbi pietà di noi” interpretata dallo stesso Avitabile con le gemelle Fontana di Casapesenna), costumi e attrice non protagonista, la caratterista Antonia Truppo, premiata per il secondo anno consecutivo nella medesima categoria.

Un alloro è stato consegnato a “Fiore” di Claudio Giovannesi per l’interprete non protagonista Valerio Mastandrea, giunto anch’egli al quarto successo personale nella manifestazione. Miglior regista esordiente il promettente Marco Danieli (“La ragazza del mondo”), sceneggiatura non originale a “La stoffa dei sogni” di Gianfranco Cabiddu e David giovani a Pif (“In guerra per amore”).

Il cinema internazionale è stato rappresentato da “Animali notturni” dell’americano Tom Ford (miglior film straniero) e “Io, Daniel Blake” del britannico Ken Loach (miglior film dell’Unione Europea).

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