Camorra e appalti truccati: arrestato il sindaco di Aversa De Cristofaro

di Redazione

Aversa – Anche il sindaco di Aversa, Enrico De Cristofaro, risulta coinvolto nell’operazione che stamani ha portato a 69 ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta “The Queen” sulle infiltrazioni della camorra negli appalti pubblici tra le province di Napoli e Caserta. I fatti riguarderebbero il periodo in cui De Cristofaro era presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Caserta. Il sindaco, finito in carcere, deve rispondere di corruzione e turbativa d’asta per un appalto riguardante la ristrutturazione della “Casa dello Studente” di Aversa.

Secondo il capo d’accusa, De Cristofaro, allora in qualità di presidente degli architetti casertani, avrebbe favorito l’aggiudicazione di un appalto alla ditta “Mm Arch” di Mario Martinelli di San Cipriano d’Aversa per i lavori relativi alla Casa dello Studente di Aversa, indetta dalla Adisu (Agenzia per il diritto allo studio universitario) diretta da Claudio Borrelli. In che modo? Avrebbe indicato alla Stazione appaltante il nome di Nicola D’Ovidio, sindaco di Riardo, quale componente della stessa commissione di gara, “ben sapendo – ritengono gli inquirenti – che tale segnalazione avrebbe consentito a Martinelli di aggiudicarsi illecitamente l’appalto, atteso che De Cristofaro propone a Martinelli (che accettava) il conferimento dell’incarico di realizzatore degli impianti dell’opera ad una persona non identificata”. Un altro componente della commissione e Responsabile unico del procedimento, Livio Colella, avrebbe invece ottenuto, in cambio dell’appalto da affidare a Martinelli, un altro appalto (da 8mila euro) per la rimozione dell’amianto dal cantiere ad una ditta non identificata.

D’Ovidio e l’altro componente della commissione, Livio Colella, orientarono poi il loro giudizio verso la ditta di Martinelli. L’aggravante mafioso, sottolineano gli inquirenti, scaturisce dalla vicinanza al clan Zagaria di Casapesenna di uno degli indagati, di cui Martinelli avrebbe costituito una figura imprenditoriale di riferimento.

D’Ovidio era un nome “gradito” all’architetto Martinelli e all’ingegner Guglielmo Della Regina, rappresentante legale della società “Archicons srl” interessata alla progettazione delle opere, ritenuto l’artefice del sistema di turbativa d’asta attorno al quale ruota tutta l’inchiesta della Procura. La corruzione sarebbe stata promossa da un imprenditore e da un consulente di Della Regina nei confronti di Claudio Borrelli, dirigente dell’Adisu (avrebbe accettato, secondo gli inquirenti, la somma di 35mila euro, di cui 12.500 consegnati), il quale, a sua volta, avrebbe convinto il preside della Facoltà della Sun a inserire D’Ovidio nella commissione di gara.

L’inchiesta – condotta dai pm antimafia Catello Maresca, Maurizio Giordano, Luigi Landolfi, Gloria Sanseverino e D’Alessio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli – coinvolge, tra gli altri, l’ex assessore regionale e ora consigliere regionale Pasquale Sommese, oltre a politici, amministratori pubblici in carica e non, imprenditori, professionisti, docenti universitari, commercialisti, ingegneri e “faccendieri”.

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