Alatri, restano in carcere i due fratellastri fermati per l’omicidio di Emanuele

di Redazione

Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, i due giovani fermati per l’omicidio di Emanuele Morganti, restano in carcere. Al termine dell’interrogatorio a Regina Coeli, durante il quale i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, il gip del tribunale di Roma, Anna Maria Gavoni, ha convalidato il fermo e ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

“Io con il pestaggio non c’entro niente”, ha detto Mario Castagnacci durante l’interrogatorio di giovedì, durato cinque ore, col procuratore capo di Frosinone Giuseppe De Falco.

Il giovane ha così negato ogni responsabilità nel pestaggio di Emanuele. Castagnacci, che risponde di omicidio volontario con Palmisani, ha comunque ammesso la sua presenza in piazza al momento dell’aggressione.

Castagnacci e Palmisani sono stati posti, nel carcere di Regina Coeli, in regime di isolamento e sono costantemente monitorati. La decisione è stata presa per il rischio di ritorsioni da parte di altri detenuti.

Castagnacci era stato fermato a Roma giovedì 23 marzo perché trovato in possesso di centinaia di dosi di droga ma fu rilasciato il mattino successivo, ovvero il 24 marzo. La notte poi avvenne ad Alatri il terribile pestaggio di Emanuele. Il gip, convalidando l’arresto per Castagnacci e altri tre complici, riconobbe la tesi difensiva del “consumo di gruppo” che portò alla scarcerazione.

Ad eseguire l’arresto di Castagnacci e degli altri tre erano stati i carabinieri della Stazione San Pietro durante un’operazione antidroga in un appartamento a Roma. Durante la perquisizione erano state trovate 300 dosi di cocaina, 150 di crack e 600 di hashish. Poi erano scattati gli arresti. Il 24 marzo, ovvero il giorno dopo, i quattro erano comparsi davanti al gip di Roma che aveva convalidato gli arresti ma rimettendoli in libertà senza richiedere l’osservanza di nessun tipo di obbligo. Castagnacci è considerato dagli investigatori autore anche del colpo mortale.

Si ritiene che all’origine della ferocia insensata messa in atto da Castagnacci e dal fratellastro Paolo Palmisani, l’altro fermato, vi sia stata l’assunzione di un mix di droghe e alcol. Castagnacci ha anche alcuni precedenti: nel 2011 era stato arrestato perché in possesso di 5 chili di hashish ed attualmente ha un procedimento in corso, sempre per traffico di stupefacenti.

L’avvocato di Mario Castagnacci, Tony Ceccarelli, ha anche fatto sapere di aver rinunciato all’incarico. “E’ stata una decisione autonoma, presa senza alcuna pressione”, sottolinea il legale. “Lo dico – specifica – perché in questi giorni sono stati molti i colleghi, anche di indagati più marginali, che sono stati minacciati e malmenati”.

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