De Magistris: “Saviano cresce con gli spari della camorra”. Lo scrittore: “Sarà pugnalato dai suoi lacché”

di Redazione

Non conosce tregua la polemica tra il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e lo scrittore Roberto Saviano. Ancora una volta, al centro, il capoluogo campano e la questione della criminalità organizzata. Lo scontro, che va avanti da settimane, si è ulteriormente infiammato dopo il raid del 4 gennaio nella zona del mercato della Maddalena, dove sono stati feriti tre senegalesi ed una bambina di 10 anni a passeggio per le bancarelle con il papà: i clan avrebbero sparato contro gli ambulanti che si rifiutavano di pagare il racket.

“Caro Saviano”, scrive de Magistris, “più si spara a Napoli e più cresce la tua impresa. Non posso credere che il tuo successo cresca con gli spari della camorra”. E ancora, “sei diventato un brand che tira se tira una certa narrazione”. Dura anche la replica dello scrittore, arrivata dopo qualche ora sempre via social: “Sarà pugnalato dai suoi lacché”.

Il post di de Magistris – “Vuoi vedere, caro Saviano, che ti stai costruendo un impero sulla pelle di Napoli e dei napoletani?”, scrive de Magistris, “Stai facendo ricchezza sulle nostre fatiche, sulle nostre sofferenze, sulle nostre lotte. Che tristezza. Non voglio crederci”, aggiunge il sindaco di Napoli rivolgendosi allo scrittore che aveva sottolineato come, a suo giudizio, nulla stesse cambiando in città, alla luce degli ultimi episodi di cronaca. “Saviano”, si chiede de Magistris, “è in malafede? Fa politica? È un avversario politico? Non ci credo, non ci voglio credere, non ne vedrei un motivo plausibile. Ed allora, caro Saviano, vuoi vedere che sei nulla di più che un personaggio divenuto suscettibile di valutazione conomica e commerciale? Vuoi vedere che Saviano è, alla fin fine, un grande produttore economico. Se Napoli e i napoletani cambiano la storia, la pseudo storia di Saviano perde valore economico”. Poi altre parole e accuse, e infine: “Caro Saviano, non speculare più sulla nostra pelle. Sporcati le mani di fatica vera. Vieni qui, mischiati insieme a noi”.

La dura replica di Saviano – Dopo qualche ora arriva la replica dello scrittore, sempre via Facebook, e altrettanto dura. “Sindaco De Magistris, quando le mistificazioni della sua amministrazione verranno al pettine, a pugnalarla saranno i tanti lacché, più o meno pagati, dei quali si circonda per mistificare la realtà, unico modo per evitare di affrontarla”. “Due sparatorie in pieno centro”, scrive Saviano, “e una bambina di 10 anni ferita in un luogo affollatissimo della città: ma il sindaco è infastidito dalla realtà, a lui non interessa la realtà, a lui interessa l’idea, quell’idea falsa di una città in rinascita: problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà. Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli”.

“Ma di tutto ciò – prosegue Saviano – il sindaco non ama parlare e detesta che lo facciano altri: pare che la città sia ridotta al salotto di casa sua, a polvere da nascondere sotto al divano. Basta pensare alla superficialità (per non dire al fastidio) con cui il sindaco parla di periferie annegate nel degrado: al sindaco fa schifo Soccavo, fa schifo Pianura, si vergogna del rione Conocal, se ne frega del rione Traiano. Il sindaco è del Vomero, gli piacciono le cose ordinate, pulite. E così succede che sulla gestione del patrimonio immobiliare comunale, nelle periferie controllate dalla camorra, difficilmente spenda una parola, nonostante inchieste giornalistiche serissime inchiodino l’amministrazione comunale a responsabilità enormi. E chissà che su questa, come su altre vicende, anche la Procura della Repubblica prima o poi non intervenga”.

Il procuratore Roberti: “Fermatevi” – “Persone come Saviano e de Magistris hanno il dovere di dialogare senza divisioni, perché le divisioni fanno il gioco di chi punta sullo sfascio per lucrare sulla pelle della città: i camorristi, naturalmente, ma anche i politici collusi e gli imprenditori conniventi con la criminalità organizzata”. Lo afferma il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, in un’intervista a Dario del Porto di Repubblica, sul giornale in edicola. “Stimo molto Saviano e sono d’accordo con lui soprattutto quando sottolinea che delle mafie bisogna parlare sempre perché solo la loro conoscenza consente di combatterle efficacemente”, afferma Roberti ribadendo che la camorra è un elemento costitutivo della città di Napoli. Dall’altro lato, “comprendo che un sindaco faccia di tutto per mettere in luce gli aspetti positivi che pure ci sono” .Roberti ricorda: “Non è che in trent’anni di anticamorra non si è ottenuto alcun risultato, anzi. I problemi esistono, però non devono impedirci di prendere atto di alcune situazioni positive”, come la “nuova coscienza civile che sta prendendo piede”.

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