Grandi Opere, 21 arresti per corruzione su Tav Milano-Genova e Salerno-Reggio Calabria

di Redazione

La Guardia di Finanza di Genova ha eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale ligure, per i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta, nei confronti di alcuni imprenditori e di dirigenti di un consorzio – General Contractor – che sta realizzando una linea ferroviaria ad alta velocità di importanza strategica per il Paese.

Le indagini svolte dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Genova e coordinate dalla Procura del capoluogo, hanno consentito di appurare episodi di corruzione, concussione e di turbativa d’asta perpetrati dagli indagati, nei vari ruoli dagli stessi ricoperti negli anni, in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro.

Nell’ambito delle attività è emersa una convergenza investigativa con i carabinieri del comando provinciale di Roma, delegati dall’autorità giudiziaria della Capitale, con i quali si è svolta una costante collaborazione sia a livello investigativo che giudiziario. I militari dell’Arma hanno tratto in arresto altre sette persone.

Tra gli arrestati Michele Longo e Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv, la concessionaria impegnata sul Terzo valico ferroviario tra Genova e Milano e il general manager domestic operation di Salini-Impregilo. Ai domiciliari anche un manager della società Condotte.

Gli investigatori ipotizzano “condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto” nei lavori di una tratta della Tav Milano-Genova, del Sesto Macrolotto dell’A3 Salerno-Reggio Calabria e del People Mover di Pisa, l’impianto a fune che mette in collegamento l’aeroporto Galileo Galilei con la stazione centrale della città.

In particolare, dall’attività investigativa è emerso che in occasione dello svolgimento delle gare indette dal General Contractor, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte “anomale” divenissero regolari in violazione ai principi della “par condicio” e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato. In una circostanza la turbativa veniva accompagnata dal pagamento di una somma di denaro.

Numerose perquisizioni e sequestri di documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania, che hanno visto impegnati i finanzieri di 19 comandi provinciali.

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