Aversa, Villano: “Caputo vuole candidato a me alternativo? Allora è fuori dal Pd”

di Antonio Arduino

Aversa – “Se Nicola Caputo intende proseguire su una strada diversa da quella naturale per un europarlamentare del Pd vorrà dire che sarà fuori dal partito. E non sarò di certo io a metterlo fuori ma i responsabili provinciali, regionali e nazionali del Pd che hanno certificato la mia candidatura a sindaco della città, arrivata dopo l’effettuazione di primarie di coalizione che sono state prese ad esempio nazionale per come si sono svolte”.

Così Marco Villano, esponente del Pd, ex consigliere comunale, oggi candidato sindaco del centrosinistra ad Aversa, commenta le operazioni in corso da parte dell’europarlamentare Nicola Caputo che sembra essere deciso a mettere i bastoni fra le ruote a chi non rappresenta solo il partito di cui lo stesso Caputo è un esponente autorevole, sedendo nei banchi del Parlamento Europeo, ma anche la scelta ufficializzata dai circa 4500 elettori partecipanti alle primarie di coalizione.

Ad oggi Caputo, che fin dalla preparazione alle primarie aveva contrapposto a Villano un altro candidato, sembra essere orientato a supportare una coalizione che vede insieme l’ex presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Stabile, esponente del centrodestra anche se con trascorsi di centrosinistra, Guido Rossi, ex assessore nella giunta di centrodestra targata Sagliocco, e dal presidente del movimento politico culturale “Democrazia e Territorio”, Antimo Castaldo, che fu assessore nella prima giunta Ciaramella, successivamente esponente del direttivo provinciale del Pd ed oggi leader del sodalizio civico.

Questo tipo di atteggiamento sembra essere in contrasto con quella che dovrebbe essere la naturale vocazione Caputo di sostenere Villano, scelto dalle primarie di coalizione come candidato sindaco del centrosinistra che, tra l’altro, si è presentato compatto al momento dell’ufficializzazione pubblica della candidatura del giovane leader del partito di Renzi. Per Villano il comportamento di Caputo sarà valutato dai vertici del Pd, ma è convinto che se europarlamentare agirà contrapponendosi alla linea scelta dal partito sarà fuori dal partito, o meglio sarà stato lui stesso a mettersene fuori.

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