Scuola, gli studenti manifestano contro i “cattivi maestri”

di Redazione

 Caserta. Circa 2mila tra studenti e professori di tutta la Provincia sono scesi in piazza a Caserta, venerdì 10 ottobre, per ribadire di essere contro il governo Renzi e la sua mattanza sociale, per degli Stage a pagamento e con contratto nelle scuole, per dei trasporti a misura di studente.

Alle 10 il corteo con lo striscione “A voi la buona scuola, a noi cattivi maestri” si è mosso dalla stazione di Caserta, per urlare: “La privatizzazione della scuola non la vogliamo, i privati nella scuola a noi non interessano, ma interessa avere una scuola gratuita per tutti gli studenti, laica e solidale dove i soggetti che la vivono decidano autonomamente la didattica, che non deve essere più un semplice scambio di nozioni ma una condivisione di saperi liberi, così come dovrebbero essere”.

Al fianco dei ragazzi sono scesi in piazza i docenti dei licei per ribadire che “queste assunzioni di precari non sono altro che una mossa mediatica e per dire che la didattica non è una cosa valutabile né con dei test Invalsi né con altro perchè i professori svolgono un ruolo fondamentale nella nostra società e che non va svalutato per nessuna ragione al mondo”.

Il corteo è passato davanti all’ex-Biblioteca comunale “per riportare in alto – spiegano gli studenti – la tematica degli spazi sociali, necessari in questa città così come in tutta la Provincia, per creare aggregazione tra i cittadini e gli studenti, dove l’unica alternativa sono i bar e i centri scommesse, per creare un posto dove sviluppare laboratori e attività per il miglioramento della società per far capire che lo Stato non adempie a servizi fondamentali per i cittadini. Abbiamo sanzionato l’Asl, calando uno striscione, perchè dopo ormai un anno dallo scandalo del Biocidio, nella città di Caserta e nella Provincia non è ancora stato creato un registro dei tumori”.

Intanto, il 7 novembre si ritornerà in piazza a Bagnoli, al fianco dei comitati locali, nel giorno il quale Renzi presenterà il piano di risanamento del litorale, “che in realtà – sostengono gli studenti – non è altro che un mezzo per continuare la privatizzazione della nostra nazione e per continuare la devastazione sociale e ambientale della zona, senza pensare agli interessi concreti degli abitanti”.

“Siamo scesi in piazza, come futuri precari o disoccupati, anche contro il Jobs Act – continuano i manifestanti – promosso da questo governo completamente alienato dai bisogni dei cittadini, dei lavoratori dei precari e degli studenti, che non fa altro che creare precarietà e favorire i ‘poteri forti’, i quali in questa crisi sono stati gli unici ad essersi arricchiti, a discapito del 99% della popolazione europea”.

Al termine del corteo gli studenti si sono uniti in assemblea con i licenziati di alcune fabbriche della provincia in presidio sotto la Prefettura, per ribadire che “l’unione delle lotte è l’unica via per ottenere reali cambiamenti sociali”, lanciando la data del 16 ottobre a Teverola dove gli studenti si uniranno allo sciopero sociale al fianco ai lavoratori della logistica, ai precari e ai disoccupati per continuare a dire che “queste riforme messe in campo dal Governo, a partire dalla Renzi-Giannini, ma soprattutto il ‘Jobs Act’ e l’abolizione dell’articolo 18, non ci stanno bene e per creare un percorso di lotte unitario e partecipato”.

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