Crisi, muore suicida l’editore Giorgio Zanardi

di Redazione

 Padova. Una montagna di debiti quella che avrebbe stritolato Giorgio Zanardi, 74 anni, titolare e fondatore della Zanardi Editoriale di Padova, trovato giovedì mattina con una corda legata al collo, dentro la sua azienda, poco lontano dal suo ufficio.

L’azienda in pochi anni era passata da 300 a 110 dipendenti (la stragrande maggioranza dei quali oggi in cassa integrazione) e proprio pochi giorni fa, il 9 gennaio, aveva presentato richiesta di concordato. Giorgio Zanardi lascia una moglie e due figlie, entrambe dipendenti dell’azienda di famiglia ed entrambe in cassa integrazione. A trovare il 74enne privo di vita è stato questa mattina il capo reparto. Sul posto sono immediatamente intervenuti i sanitari del Suem, i carabinieri di Padova e i vigli del fuoco. Purtroppo per l’uomo non c’è stato nulla da fare.

“L’ultima volta che l’ho sentito è stato lunedì, era molto avvilito per la situazione finanziaria della sua azienda”, ha poi sottolineato Grillo, che dal 7 gennaio in qualità di amministratore unico stava cercando di salvare l’azienda. Nei biglietti lasciati prima del suicidio dall’imprenditore, compaiono alcuni messaggi inequivocabili sui problemi finanziari dell’azienda e su alcuni problemi di salute.

L’azienda, che una volta contava 300 dipendenti e si era specializzata nella produzione di libri particolarmente prestigiosi (edizioni limitate anche da 2.500 euro a copia), da tempo versava in condizioni particolarmente difficili. “Una montagna di debiti – ha spiegato – che hanno fatto emergere anche degli errori di gestione. Ormai il rischio di dover chiudere era diventato veramente alto”, ha aggiunto Grillo. La crisi ma anche qualche imprevisto, tra cui una liquidazione particolarmente dispendiosa di alcuni soci un paio di anni fa, sembravano infatti non lasciare molte alternative.

In lacrime i dipendenti dell’azienda, quegli stessi che mesi addietro avevano accettato di non percepire lo stipendio pur di permettere il pagamento dei fornitori, e quindi la sopravvivenza dell’impresa. “Ancora una tragedia, ancora un lutto, ancora una perdita che, come tutte le altre, provoca dolore, sconforto e rabbia”.

Parole amare quelle che Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto, pronuncia dopo aver appreso la notizia. “Esprimo alla famiglia, ai collaboratori e a tutte le persone vicine all’imprenditore scomparso le mie condoglianze e quelle della Regione del Veneto. – prosegue Zaia – Il nome di Zanardi si aggiunge al troppo lungo elenco delle vittime di questa crisi che non è solo economica, è molto peggio: è la nostra società nel suo insieme che sta vivendo uno dei momenti storici più drammatici di sempre e per uscirne è indispensabile che uno Stato e un Governo distratti da beghe di segreterie politiche comincino a pensare ai problemi reali. Ci penseranno comunque il prossimo 18 febbraio le associazioni imprenditoriali che manifesteranno nella capitale, – aggiunge il presidente veneto – a ricordare che dei soldi che ogni anno versano a Roma neppure un euro torna nei territori sotto forma di aiuti alle imprese e all’occupazione, di riduzione del cuneo fiscale e contributivo che rende magre le buste paga e alto il costo del lavoro, di alleggerimento degli adempimenti burocratici e di una pressione tributaria che è di quasi 20 punti superiore a quella media europea”.

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