Zone franche urbane, Ascom annuncia ricorsi

di Livia Fattore

 Aversa. “Relativamente ai finanziamenti e agli sgravi previsti per le zone franche urbane ad Aversa prevediamo una pioggia di ricorsi”.

A lanciare questa profezia il direttore dell’Ascom Confcommercio cittadina, Gino Petraroli, che continua: “Abbiamo avuto modo di interloquire con diversi avvocati che rappresentano nostri iscritti che ci hanno anticipato che ci sono tutti i presupposti per adire le vie legali. Gli imprenditori esclusi sono sul piede di guerra”.

In effetti, sebbene ufficialmente il bando prenderà il via il 7 febbraio prossimo e l’amministrazione comunale abbia già dato vita ad una serie di iniziative per facilitare la presentazione delle domande, in città il clima e il dibattito, a dispetto della stagione invernale, sono roventi. Tutto questo in attesa del convegno organizzato proprio dall’amministrazione sul tema, fissato per la mattinata di lunedì prossimo, 10 febbraio, alla presenza di rappresentanti della Regione Campania, del Ministero dello sviluppo economico, degli ordini professionali e delle associazioni di categoria. Sul tappeto soprattutto il ricorso alle zone censuarie e non alle strade per determinare le zone franche, con il risultato che sulla stessa arteria commercianti dirimpettai o confinanti subiscono due diversi trattamenti.

Ed ecco, allora, Petraroli concludere: “I titolari di imprese che hanno la propria sede in quelle strade divise a metà (vedi per tutte via Roma, una delle più lunghe strade della città) e quelli che subiscono differenziazioni a seconda della circostanza di avere numeri civici pari o dispari hanno promesso una giusta battaglia giudiziaria. Ma c’è di più, a ben guardare le zone individuate quali zone franche urbane contengono al loro interno strade per niente appetibili commercialmente, dove vi sono uno o due imprese, a scapito di zone escluse più vive sotto l’aspetto imprenditoriale e commerciale”.

“Al di là del fatto che si sono utilizzate le zone censuarie per determinare le aree interessate – afferma il presidente Ascom, Franco Candia – non si capisce perché non sono state inserite zone censuarie che completavano una strada per non lasciare fuori un lato di essa. Per non parlare, poi, dell’inserimento di zone della città dove l’imprenditoria è completamente inesistente. Mi chiedo se siamo di fronte ad incompetenza o a dolo. Purtroppo, credo si debba propendere per il primo caso”.

Sulla vicenda interviene anche l’assessore al bilancio Guido Rossi che, dopo aver precisato che ognuno è libero di proporre i ricorsi che crede opportuno, continua: “Quando siamo stati invitati al tavolo istituzionale a settembre scorso, abbiamo chiesto la rivisitazione delle aree cittadine da ricomprendere, ma non abbiamo avuto riscontro. Alcune zone, comunque, erano escluse per forza di cose perché non dovevano essere incluse zone che superassero i trentamila abitanti. La decisione è venuta dal Cipe ed è stata fatta propria dal ministero”.

Subito dopo l’esponente della giunta Sagliocco fa un importante annunzio: “Con gli altri otto comuni beneficiari – dice Rossi – abbiamo raggiunto un’intesa con la Regione Campania, che ha anche garantito i fondi, per realizzare dei servizi aggiuntivi, infrastrutturali, che possano rendere appetibile investire nelle zone franche. Non un intervento spot, ma duraturo, indirizzandoci alla videosorveglianza, fognature, pubblica illuminazione e banda larga”.

In chiusura, il professionista aversano conclude: “A mio avviso c’è il rischio di interventi a pioggia. Comunque, in questi giorni ho avuto modo di leggere e ascoltare notizie confuse sui beneficiari. Ad avere diritto ai finanziamenti saranno quelle imprese (già esistenti o nuove) che produrranno effettivo reddito all’interno di quella zona franca. Insomma, non basta avere una sede legale presso un commercialista abitante in zona, ma portarvi sviluppo effettivo. Una circostanza che sarà monitorata dall’Agenzia delle Entrate d’intesa con il ministero competente”.

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