Nasce in Italia il primo bimbo “vitrificato”

di Stefania Arpaia

 MILANO. E’ nato il 26 ottobre il bimbo concepito con la tecnica della “vitrificazione”, non più considerata come sperimentale ma riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale come tecnica standard.

La madre del neonato aveva deciso di utilizzare questa tecnica per preservare la propria fertilità quando nel 2008 le era stato diagnosticato un carcinoma ovarico, tumore che nasce dalle cellule delle ovaie. Le terapie che la donna avrebbe dovuto sostenere avrebbero potuto impedirle di avere dei figli, così ha deciso di rivolgersi al Centro Genera di Roma, Centro di Medicina della Riproduzione. La struttura presenta laboratori di embriologia e andrologia, attrezzati con le più moderne apparecchiature ed ha ottenuto risultati paragonabili ai migliori centri del mondo.

La donna, una volta superata la malattia, è stata sottoposta al trasferimento di un embrione ottenuto dalla fecondazione degli ovociti criopreservati, “congelati” 5 anni prima. La conservazione degli ovociti è stata realizzata attraverso l’esposizione all’azoto liquido ad una temperatura di -196 gradi, utilizzando particolari tecniche di laboratorio.

La direttrice del Centro di Roma, Laura Rienzi, ha dichiarato: “E’ un giorno di grande felicità per il nostro staff ed è una data storica per la medicina della riproduzione italiana”. La sede romana del Centro di Medicina della Riproduzione è infatti una delle prime al mondo ad applicare la vitrificazione degli ovociti.

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