Ozono, il buco sull’Artico è più grande del previsto

di Mena Grimaldi

 Ilbuco dell’ozonoscoperto nei mesi scorsi sull’Artico si è rivelato molto più esteso del previsto, toccando livelli simili a quello presente sull’Antartico.

Lo si evince da uno studio condotto dai ricercatori del California Institute of Technology e pubblicato su “Nature”. La ricerca riprende un allarme già lanciato in primavera e denuncia una perdita, in appena 12 mesi, dell’80% dello schermo di ozono che ripara dai raggi ultravioletti del sole. La perdita della fascia di gas protettiva è, quindi, un problema che riguarda entrambi i poli: nord e sud. I risultati delle nuove analisi condotte dai ricercatori californiani evidenziano come la fascia di ozono si è ridotta in una quantità tale da produrre una perdita sull’Artico che può essere paragonata a quella che avviene al polo Sud.

Alla base di questo fenomeno, che preoccupa non poco i ricercatori, ci sono le temperature rigide che hanno caratterizzato l’inverno al circolo polare. Venti forti e vortici polari sono la causa principale del ricordo minimo in quanto hanno portato all’isolamento della massa atmosferica sul polo nord, generando una bolla d’aria fredda che ha impedito di mescolarsi all’aria più temperata delle medie latitudini.

A marzo la massa d’aria fredda, colpita dai raggi solari, ha rilasciato nella parte più bassa della stratosfera atomi di cloro e bromoche hanno la capacità di distruggere il legamechimico dell’ozono. Iricercatori sostengono che il verificarsi del fenomeno possa indurre a temere che non solo esso possa ripetersi, ma addirittura avere proporzioni maggiori.

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