Scuola, che n’è stato della prova Invalsi?

di Redazione

 AVERSA. La tanto sbandierata prova Invalsi è ormai nel dimenticatoio, la ricorderanno nelle notti da incubo i giovanissimi studenti di scuola media ed elementare che, a distanza di qualche giorno, ora tirano sospiri al solo pensiero di questo piccolo supplizio.

Perché di supplizio si è trattato, ma non tanto per la difficoltà in sé e per sé della prova, che tutto sommato è stata anche alquanto banale, bensì per la presentazione della stessa in tutte le settimane che hanno preceduto l’evento.

Pochi, potremmo dire pochissimi gli insegnanti e le scuole che si sono preoccupati realmente di inserire nel corso dell’anno scolastico prove similari durante i compiti in classe, ma anche solo di chiarire agli studenti cosa sia questa prova di logica “applicata” alla matematica e alla lingua italiana. Di certo la scuola italiana non ha mai somministrato quiz ai propri alunni, ora lo fa, ma come al solito tra incertezze e dubbi. Le incertezze sono quelle di programmi non ben tracciati e tracciabili per essere poi presentati a chi la prova doveva effettuarla. I dubbi sono invece quelli legati alla idea un tantino birboncella che ci suggerisce di guardare a queste prove come all’ennesimo carrozzone all’italiana da alimentare al meglio e quindi da far vivere con tutti i suoi apparati di stato, di partito, di raccomandazioni e di inutilità eccelsa.

Domande come queste: “…In un laboratorio si devono riempire completamente 7 contenitori da un litro travasando il liquido contenuto in flaconi da 33 cl ciascuno. Il liquido rimanente viene gettato via. Qual è il numero minimo di flaconi che occorrono per riempire tutti e sette i contenitori? Quanto liquido viene gettato via ?”. Oppure: “Su una confezione di succo di frutta da 250 ml trovi le seguenti informazioni nutrizionali : Valori medi per 100 ml – Valore energetico 54 Kcal – 228 KJ, Proteine 0,3 g , Carboidrati 13,1 g, Grassi 0,0 g- Quante Kcal assumi se bevi tutto il succop di frutta della confezione ? a) 54, b) 135, c) 228, d) 570”.

Ci sembrano un tantino banali per misurare la cultura e la preparazione di uno studente, oggi alquanto sveglio. Una cosa è certa ed è quella del “fumus” che avvolge il tutto. Perché, ci chiediamo, la “tecnica logica” non entra a far parte in modo formale e forte dei programmi, visto che poi alla fine questa prova inciderà sul risultato finale dell’esame per un sesto del voto complessivo? Perché gli stessi insegnanti non vengono preparati a questa forma metodologica? Parlando con alcuni di loro scopri infatti che ne sanno forse meno di noi.

Si dice che in alcune scuole si è preferito dettare tranquillamente le risposte, in altre si è permesso di dare una mano, altre hanno scelto la strada del rigore e della serena e giusta valutazione. Anche perché una lettera proprio dell’Invalsi giunta qualche giorno fa bacchettava in modo forte proprio le scuole che l’ultima volta avevano “barato” a piene mani nella gestione della somministrazione dei test, alterando quei dati percentuali tra nord e sud e centro, facendo innervosire tutti, perché si era sempre detto che al Nord erano molto più bravi in queste faccende, mai poi al tirare delle somme…boh?! Storie italiane, anzi storie di vita italiana in un mese di giugno del 2010.

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