Legalità, il giudice Cantone ospite all’Istituto “Andreozzi”

di Redazione

Raffaele CantoneAVERSA. Grazie ai finanziamenti della Comunità europea, la scuola può investire concretamente nel futuro dei giovani.

Sfruttando questa preziosa risorsa, l’Istituto “Andreozzi” di Aversa ha attivato progetti Pon mirati a contrastare fenomeni di devianza e a contribuire alla cultura della legalità, al rispetto delle regole, alla solidarietà, all’intercultura. Naturalmente, negli indirizzi ragioneria, geometra e agrario di un Istituto Tecnico di certo non arrivano i migliori elementi delle scuole medie, i rampolli della Aversa bene destinati ai licei classico e scientifico. D’altra parte, l’Istituto “Andreozzi” si trova decentrato verso Aversa nord, nell’agro aversano, una periferia ad alta densità demografica, in cui un ipertrofico sviluppo edilizio ha sottratto spazi alle tradizionali attività agricole e artigianali: un contesto culturalmente deprivato, che comprende, tra gli altri, anche i comuni di Casal di Principe, San Cipriano e Casapesenna, con larga presenza di fenomeni di marginalità, devianza, microdelinquenza, immigrazione, scarse possibilità di lavoro, forti rischi per i giovani.

Proprio per questo, il dirigente scolastico dell’Andreozzi, Raffaele Romano, d’intesa con tutti i docenti, sta orientando in primo luogo la scuola verso una didattica alternativa, che consenta agli studenti l’acquisizione di una coscienza civile capace di opporsi alla violenza e alla prevaricazione, di sviluppare il rispetto di sé e degli altri e di superare le diffidenze nei confronti di ogni diversità. Già da due anni si sta cercando in tutti i modi di far venire i giovani a scuola, arginando “filoni”, assenze di massa e evasione scolastica, per tenerli lontani dai rischi della strada, dalla droga e dalla “cultura” del bar.

Nell’ambito del progetto Pon Obiettivo C1 “Cittadini consapevoli”, venerdì 4 giugno, ha tenuto una conferenza il giudice anticamorra Raffaele Cantone (nella foto): è arrivato con la scorta e ha parlato di argomenti tabù come la camorra e il processo Spartacus, per far capire ai ragazzi che, studiando, possono costruirsi un futuro onesto, per smontare il falso mito del boss: “Nessun giovane emerge nei clan. – ha detto il magistrato – Al massimo, vi concedono di fare i manovali; vi danno pochi soldi ma in cambio diventano padroni della vostra vita”. Insomma, grazie ai fondi europei, si può sperimentare una didattica innovativa, che semini valori positivi: è ciò che è stato fatto anche con il progetto “Corto”.

I ragazzi della succursale Agrario dell’Andreozzi a Villa di Briano si sono trasformati in attori e registi e hanno prodotto un cortometraggio intitolato “E se invece…”, sotto la guida del noto attore Gaetano Amato. Nel filmato c’è un mix di educazione stradale e alla legalità, rifiuto della droga e dell’alcol, integrazione dei disabili: e se invece avesse usato il casco, il giovane protagonista certo non si sarebbe rotto la testa. Lo spot lancia un messaggio forte: ragazzi, usate il casco, pensate alla testa e non ai capelli; non parlate al telefonino e non bevete alcolici quando siete alla guida.

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