“Diabete mellito”, incontro della Simg Caserta

di Redazione

 CASERTA. Un nuovo step di aggiornamento e formazione a carattere scientifico, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Generale in collaborazione con l’“Istituto per lo Studio e la Cura del Diabete”, con tema “Diabete mellito: malattia cronica e sfida del 3° millennio”, è in programma per sabato prossimo 12 settembre.

Un momento significativo per la Simg di Caserta che segna una fase di ulteriore coinvolgimento del territorio: che vede, tra l’altro, l’adesione al programma del rinomato centro casertano per la cura e lo studio del diabete, sede della giornata full immersion, sito in Casagiove, e diretto dalla dott.ssa Paola Maida. Un momento propositivo che guarda e si interroga su nuove strategie organizzative, rispetto alla patologia del diabete, e su quelle modalità assistenziali che offrano maggior rilievo ai percorsi diagnostico-terapeutici, come stabilito dalle società scientifiche, ma anche ai suoi innegabili aspetti psico-sociali.

Il Diabete Mellito costituisce un rilevante problema sanitario a causa della prevalenza in costante aumento e della elevata incidenza di complicanze, l’Oms ne parla oggi in termini di pandemia. Ed è così che lo “studio quadri”, da poco concluso dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni e con le società scientifiche dei diabetologi e dei medici di medicina generale, Sid, Amd, Simg, ha evidenziato che la maggioranza degli intervistati (73%) ha almeno un fattore di rischio associato (ipertensione, ipercolesterolemia, obesità), il 42% ne ha almeno due.

L’azione programmata, a tal riguardo, dalla Simgi casertana, presieduta dal dott. Angelo Cioffi, con il segretario dott. Giacomo Pulcino Lupo ed un energico direttivo sezionale, è protesa anche al recepimento dei protocolli segnalati dal “Piano di Prevenzione Attiva” che prevede la prevenzione delle complicanze del diabete, attraverso l’attivazione di programmi di gestione integrata della malattia.

“C’è bisogno – ribadiscono dalla Simgi – di passare da un’offerta passiva e non coordinata di servizi ad un sistema integrato e proattivo in cui ogni soggetto coinvolto possa svolgere il proprio ruolo in rapporto a quello degli altri e dove le informazioni fluiscano agevolmente e sistematicamente tra i diversi attori. Su questo sistema in trasformazione sono chiamati ad agire programmatori ed organizzatori del servizio sanitario”. Il “Piano di Prevenzione Attiva” prevede, infatti, l’identificazione dei pazienti diabetici attraverso l’iscrizione in appositi registri e l’integrazione in rete delle strutture territoriali della prevenzione, dell’Assistenza Primaria e dei Centri Diabetologici per implementare programmi di gestione integrata della malattia, uno strumento più indicato per migliorare l’assistenza delle persone con malattie croniche.

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