Inno di Mameli, Bossi: “Non lo conosce nessuno”

di Redazione

BRESCIA.Sarà il caldo ferragostano, come aveva detto il ministro La Russa nei giorni scorsi. Ma sta di fatto che Bossi ogni giorno sta sfoggiando proposte in vecchio stile Lega secessionista.

Dopo il suo personale ok ai dialetti nelle scuole e alle gabbie salariali, oggi il leader del Carroccio e ministro delle Riforme, dal palco della festa della Lega a Ponte di Legno,rispolvera un suo vecchio pallino: l’inno di Mameli. “Non lo conosce nessuno”, sbotta Bossi. “Quando cantiamo il nostro inno, – sottolinea – il ‘Va pensiero’, tutti lo cantano perchè tutti conoscono le parole, non come quello italiano che nessuno conosce”. Secondo Bossi, il fatto che più gente conosca le parole del ‘Va pensiero’ significa un maggiore attaccamento alla Lega “perché la gente ne ha piene le scatole”.

Altro vecchio refrain quello di “Roma Ladrona”. “La Lega – ricorda il ministro – non è nata solo per vincere le elezioni ma per liberare la nostra gente dal centralismo romano. Non andrò in pensione fino a quando non avremo liberato la nostra gente da Roma ladrona”.

Poi arriva un elogio inaspettato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dicendo di preferirlo rispetto al suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi. “Napolitano è sempre stato ragionevole, non si è mai opposto al governo. Con lui è stato possibile dialogare. È una cosa importante perchè è lui che firma le leggi. Per fortuna che il governo non l’ha mai avuto contro. Il presidente della Repubblica deve essere il più possibile neutro”.

Intanto, il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli spiega che la bozza di legge sul dialetto è pronta e verrà approvata presto. Il testo della legge è stato consegnato sabato a Bossi ed è un argomento caro al leader della Lega. “L’anno scorso a Ferragosto ho portato la bozza del federalismo fiscale che in meno di un anno è diventata legge. Oggi Bossi ha in mano la bozza di legge sui dialetti e vi garantisco che non durerà tanto di più per diventare legge”. Il testo all’esame di Bossi prevede l’obbligatorietà dell’insegnamento a partire dalle scuole primarie.

E a chi parla di “ricatto”, Calderoli smentisce: “Nel governo non c’è nessun ricatto, nessuna golden share della Lega. Abbiamo solo il peccato di avere avuto un grande maestro che ci ha insegnato e ci ha fatto capire che cosa vuol dire lavorare e fare andare la testa. Mentre loro sono in vacanza ai tropici noi stiamo a casa a lavorare e a preparare le leggi”. Per Calderoli “se c’è il rispetto di tutte le parti, questo governo durerà 4 anni e realizzerà le riforme”. “Non è un peccato – ha concluso il ministro – avere idee e ideali quando c’è chi come unica proposta, ha fatto quella di dare la cittadinanza agli immigrati dopo 5 anni. Questi sono fuori di melone”.

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