9 aprile 1945, viene impiccato Dietrich Bonhoeffer

di Redazione

Dietrich Bonhoeffer Accadde Oggi. Dietrich Bonhoeffer viene riarrestato (ma già era carcerato) a seguito dell’attentato ad Adolf Hitler avvenuto il 20 luglio del 1944 a Rastenburg, nella Prussia Orientale, in quella che secondo molti era la “tana del lupo”.

A seguito di questo attentato furono giustiziati il generale Beck, il colonnello Staffenberg, il maresciallo von Witzleben, il generale von Stulpnagel, l’ammiraglio Caris, si uccisero i fedmarescialli Kluge e Rimmel e vi furono migliaia di arrestati tra gli oppositori del regime nazista. Bonhoeffer era un pastore protestante, teologo, già arrestato il 5 aprile del 1943 per la sua forte opposizione al regime. Figlio di un insigne neurologo, nasce nel 1906 in terra in bilico tra la Germania e la Polonia, ma a sei anni si trasferisce a Berlino. Si laurea nel 1930 in teologia ed ottiene alla bella età di 24 anni, la docenza universitaria proprio all’Università di Berlino.

Assertore estremo del fatto che la Chiesa doveva avere il dovere di combattere le storture e realizzare una società giusta, lontano dalla violenza, è già sulla strada diretta dell’anti-nazismo. Si oppone all’antisemitismo, seguendo il cognato ebreo Gerhard Leibholtz e si oppone con forza alla “clausola ariana” contenuta nei dettami della Chiesa Protestante.

Nel 1933, con l’avvento al potere di Hitler, lo ritroviamo nella “Chiesa Confessante”, la parte della comunità evangelica che si schiererà contro il regime nazionalsocialista. Bonhoeffer a seguito di una intervista radiofonica in cui descriverà Hitler come un “seduttore”, si vedrà tagliato fuori dall’insegnare, predicare, scrivere. Si sposterà a Londra, tornerà in Germania nel 1935, quindi sarà in America nel 1939, ma la sua coerenza morale e civile gli impongono ancora una volta di tornare nel suo paese. Arrestato dalla Gestapo comincia il suo viatico nei carceri di Tegel e Berlino dove scriverà appunti e memorie poi raccolti in “Resistenza e Resa”.

Nella sua opera troviamo l’uomo duro e coerente, uomo esemplare di una Germania non fatta tutta di nazisti. Fidanzatosi qualche mese prima di Maria von Wedemeyer, non potrà mai sposarla, in quanto trascorrerà tutto il suo tempo in carcere. Passa per il campo di concentramento di Buchewald, quindi arriva vicino a Monaco a Flossenburg, riceve un processo sommario e viene condannato a morte. Viene impiccato il 8 aprile del 1945, ha solo 49 anni, lo accompagna alla forca l’ammiraglio Canaris che morirà con lui.

Dopo di lui la sua famiglia sarà decimata verranno infatti uccisi il fratello, i due cognati ed un suo amico. In un suo scritto Gianfranco Ravasi sintetizza il pensiero del teologo tedesco “…esaltava le realtà penultime, cioè quelle dell’azione sociale, della storia e della politica, al fine di poter accedere alle realtà ultime, cioè quelle della fede e della vita in Dio”.

Davanti all’Abbazia di Westminster, in Inghilterra, ritroviamo una statua di Bonhoeffer in compagnia di Martin Luther King , di Oscar Romero e di Massimiliano Kolbe, quattro uomini che hanno esaltato l’ecumenismo del martirio e sono stati faro per le generazioni future.

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