Apicella propone un “Osservatorio sulla Camorra”

di Redazione

Giuseppe ApicellaTRENTOLA DUCENTA. Un documento sul fenomeno camorristico redatto dal capogruppo di “Libertà con il Polo”, Giuseppe Apicella, che pubblichiamo integralmente.

Linee interpretative del fenomeno camorra

Premessa

Lo studio della camorra è spesso rimasto ancorato a dalle forme standardizzate di interpretazione che hanno condotto generalmente, ad una disattenta riflessione su un fenomeno di non poca pericolosità sociale.

Al fine di favorire una lettura del problema che non sia distorta e semplificata, anche alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno caratterizzato la vita della nostra città e che hanno riempito le pagine dei giornali con titoli come questi:

Trentola Ducenta, la camorra torna a sparare;

Raid camorra a Trentola Ducenta: obiettivo figlio di un boss dei Casalesi, ferita una donna

è importante fornire delle nuove, quanto più sistematiche linee interpretative del fenomeno camorra.

Esse sostanzialmente si basano sulla necessità di rivolgere costantemente l’attenzione nei confronti del contesto sociale in cui la criminalità organizzata si è diffusa e radicata, ponendo in rilievo le disfunzioni che esistono all’interno delle istituzioni politiche – amministrative, la mancata regolamentazione del mercato del lavoro, la presenza di tanti extracomunitari privi del regolare permesso di soggiorno, il grande divario economico tra i ricchi e i poveri.

Appare chiaro, pertanto che la realtà ambientale, culturale, politica ed economica diviene il fondamentale punto di riferimento e che da sola può esaurientemente spiegare le cause che hanno favorito il proliferare del fenomeno malavitoso.

Dimensione sociale politica ed economica.

Il fenomeno della camorra ha oramai assunto dimensioni di ordine sociale, economico e politico tali da non poter essere più affrontato solo con gli strumenti repressivi della magistratura e delle forze dell’ordine.

E’ questa una consapevolezza ampiamente socializzata e condivisa sia dal’opinione pubblica che dalle forze politiche e sociali.

Da una attenta analisi fatta sul territorio della nostra città e nei paesi limitrofi la riflessione ha fatto registrare livelli significativi di approfondimento, a partire dall’affermazione che la pericolosità del fenomeno camorristico risiede:

  • nelle distorsioni che essa introduce nel tessuto sociale;

  • nell’erosione del potere e della legittimità delle istituzioni;

  • nella capacità di controllo che essa progressivamente acquisisce attraverso le attività legali dell’apparato economico e finanziario dell’intera regione campana.

Queste convinzioni impongono, a tutti noi, una linea propositiva fondata sulla consapevolezza della necessità di elaborare una serie di strategie di intervento attente soprattutto agli aspetti del radicamento sul nostro territorio delle organizzazioni criminali e ai suoi eventuali collegamenti semi istituzionalizzati che esse tendono di realizzare con le struttura amministrative, di governo e di controllo, delle autonomie locali.

Trentola Ducenta non deve essere terra di camorra.

E’ quello che ha dichiarato il Sindaco Nicola Pagano in un articolo inviato alla redazione di Rupia il 17 dicembre 2008 in ordine agli ultimi episodi di violenza perpetrati nella nostra città.

In un momento in cui la criminalità organizzata ha ripreso a dominare la nostra zona rafforzando la sua presenza anche nella nostra città, questo impegno diventa veramente importante!

Pertanto, non solo è da rifiutare la tesi secondo la quale la camorra è “corpo estraneo” rispetto al contesto sociale nel quale agisce e prospera, ma vanno attentamente e scrupolosamente indagate le facilitazioni di ordine ambientale, culturale, politico ed economico di cui gode e che direttamente la sostengono.

Trentola Ducenta deve fare argine ad ogni tentativo di infiltrazione criminale e avviarsi definitivamente verso quell’opera di “bonifica”, stroncando sul nascere i tentativi di riorganizzazione dei gruppi malavitosi.

Ma affinchè queste indicazioni si traducono in modificazioni concrete, non solo negli atteggiamenti personali, ma anche nelle strutture sociali, politiche ed amministrative, appaiono sempre più necessarie iniziative permanenti di riflessioni e di proposte, capaci di mantenere costantemente elevato il livello di vigilanza di tutte le forze sociali realmente interessate a fronteggiare e sconfiggere la camorra.

La criminalità diffusa, infatti, determina l’aumento dei reati, con particolare riguardo a quelli contro la persona e il patrimonio che destano anche maggiore allarme sociale.

Una città più sicura è una aspirazione dei cittadini ad essere più liberi.

Ma per elaborare strategie adeguate di prevenzione e di contrasto della criminalità organizzata è necessaria una conoscenza del fenomeno nelle sue articolazioni e nelle sue dinamiche.

Osservatorio sulla camorra.

Occorre istituire, con il concorso di tutte le istituzioni ed associazioni categoriali interessate, un osservatorio permanente per la sicurezza e la lotta alla criminalità.

Lo scopo principale dell’osservatorio sulla camorra vuole essere quello di costituire ed attrezzare un punto di riferimento capace di stimolare, con iniziative non sporadiche, una riflessione sempre più articolata ed approfondita, da un lato, sulle cause ambientali, culturali e sociali che alimentano la camorra, e dell’altro, sulle distorsioni sociali, politiche ed economiche che la camorra provoca.

Tale riflessione dovrebbe produrre, oltre ad una crescente sensibilizzazione delle strutture politiche, sindacali ed amministrative e dell’opinione pubblica, anche strumenti operativi di tipo giuridico legislativo realmente efficaci nell’azione di prevenzione e sradicamento del fenomeno camorristico

Si tratta, in sostanza, di non abbassare mai la guardia ed offrire sedi di riferimento e rassicurazione per quanti intendono collaborare con senso civico a questa battaglia di civiltà e di libertà.

L’Osservatorio deve prefiggersi:

  • la raccolta sistematica di dati e documenti riguardanti il fenomeno della criminalità organizzata nei suoi molteplici aspetti: ambientale, culturale,economici, sociali, politici ed istituzionali, prodotti dalle organizzazioni politiche, amministrazioni locali, consigli scolastici, associazioni culturali, organizzazioni e strutture religiose, organi di stampa nazionali e locali, agenzie di informazioni.

  • La realizzazione di rilevazioni ed indagini su ambiti territoriali precisati (a maggiore rischio) per approfondire la conoscenza di aspetti particolari del fenomeno, ma anche per verificare l’incidenza degli interventi realizzati, con finalità diverse, da altre istituzioni e/o enti:

  • La diffusione dei risultati del lavoro di indagine sistematica e di riflessione approfondita realizzati dall’osservatorio.

Il lavoro di raccolta dei dati e delle analisi effettuate non dovranno vertire solamente e direttamente sul fenomeno camorra ma sull’intreccio dei fenomeni riconducibili alla comune matrice della criminalità organizzata: droga, emarginazione, devianza minorile.

L’iniziativa per la sicurezza, quindi, deve tradursi in azioni concrete di contrasto repressivo, ma anche di prevenzione sociale che sottraggono soprattutto i giovani emarginati alle “suggestioni del guadagno facile” e del salto nell’illegalità.

Extracomunitari: anagrafe cittadina

Anche la presenza di tanti giovani extracomunitari, oramai in giro per le nostre strade, spesso alimenta con i loro tentativi di aggressione il fenomeno della micro delinquenza.

Anche per essi, sarebbe opportuno istituire una “anagrafe cittadina”, per la tutela della sicurezza urbana nei punti di maggiore esposizione a fattori di rischio.

Scuola e camorra

Bisogna promuovere provvedimenti a favore delle nostre scuole per contribuire allo sviluppo di una coscienza civile contro la criminalità camorristica.

L’amministrazione comunale, al fine di contribuire alla lotta contro la camorra anche sul piano educativo, e di agevolare i nostri giovani nello studio e nell’approfondimento dei vari aspetti e manifestazioni di tale fenomeno, deve promuovere nelle nostre scuole di ogni ordine e grado una serie di iniziative tendenti a sviluppare la coscienza civile e democratica, mediate ricerche individuali e di gruppo, indagini, dibattiti, seminari, cineforum, mostre fotografiche ed ogni altra attività utile ad una reale conoscenza del problema nelle sue implicazioni storiche, socio – economiche, politiche e di costume.

Terza età.

Ampio interesse deve essere rivolto, inoltre, alla condizione degli anziani, che rientra esplicitamente nel fenomeno dell’emarginazione, e nei cui confronti l’osservatorio dovrà dedicare ampio spazio con opportune attività di ricerca.

Forze dell’ordine.

La sicurezza di un territorio è frutto di una serie di fattori che comprendono il controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine ed azioni significative da parte dell’amministrazione che agiscono sulle cause strutturali del fenomeno.

Tanto già si è fatto nella nostra città. Il coordinamento e la giusta utilizzazione delle forze disponibili ha prodotto buoni risultati. Tuttavia è auspicabile la presenza della Polizia di Stato in posto fisso, utile sicuramente ad incrementare quei fattori di sicurezza più volte richieste dai nostri concittadini.

Conclusioni.

L’osservatorio sulla camorra deve essere quindi, una struttura di servizio a disposizione dell’intera città per offrire strumenti di lettura ed interventi adeguati alle necessità che la diffusione della camorra impone. Ma esso deve essere soprattutto il luogo per promuovere un confronto sempre più allargato di forze sociali ed istituzionali, finalizzato alla concretizzazione di una strategia complessiva capace di attivare quelle trasformazioni profonde ( a livello di amministrazione e gestione dei problemi sociali, economici e politici) che possono permettere la devitalizzazione e lo sradicamento di un fenomeno così pericoloso ed esteso come è quello della camorra.

Occorre in sostanza diffondere una cultura della legalità, con il Comune impegnato in modo attivo con tutte le istituzioni scolastiche, con i giovani, con gli anziani, con tutta la città, nella promozione di attività formative sulle tematiche dell’educazione alla legalità diffusa e dell’educazione al rispetto della cosa pubblica.

Giuseppe Apicella

Capo gruppo di “Libertà con il Polo”

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