L’antica processione in onore di San Paolo

di Nicola Rosselli

Cattedrale di San PaoloAVERSA. Il 25 gennaio prossimo, giorno della Conversione di San Paolo, Aversa festeggia il proprio Santo Patrono. Lo fa in maniera molto sobria, con diverse manifestazioni religiose, così come è giusto che sia.

Non è mai stata una festa grande. Niente luminarie, niente bancarelle di leccornie. Ma, almeno, e chi non è più giovanissimo lo ricorderà certamente, c’era una suggestiva e solenne processione che faceva registrare la presenza di tutte le statue dei santi, come dire, più “rappresentativi”. I preparativi iniziavano il giorno prima, quando, nel pomeriggio, le statue dei santi partecipanti al corteo religioso si trasferivano dalle chiese di provenienza alla cattedrale, dove pernottavano. La mattina successiva il corteo, che avrebbe percorso le strade cittadine, veniva composto facendo sfilare le varie statue dei santi (accompagnate ognuna dalla propria congregra (i cui componenti indossavano le relative insegne) a “seconda dell’importanza”. Almeno così piaceva credere al popolo che si divertiva a valutare il valore delle statue dando minore importanza ai primi santi fino a giungere a quelli importanti. E quelli importanti erano i cosiddetti “santi d’argento”, ossia i busti d’argento, come San Sebastiano (esposto a New York alla mostra del Settecento Napoletano) o San Donato (conservato all’Annunziata e trafugato diversi anni or sono) che, guarda caso, chiudevano la processione venendo piazzati immediatamente prima di San Paolo, anch’esso d’argento. Tant’è che ad Aversa nacque un modo di dire tutto locale secondo il quale “quando vedi i santi d’argento è finita la processione”. Ossia, quando vedi che compaiono le persone importanti, significa che l’evento volge al termine. Una manifestazione singolare, suggestiva e sentita che, però, negli anni scorsi è stata abolita dai predecessori dell’arcivescovo Mario Milano al quale, facendo nostre anche le richieste di molti deviti aversani, chiediamo di ripristinarla. Capiamo bene che per questo anno è impossibile. E’ ormai tardi. Ma per l’anno prossimo sarebbe auspicabile un ripristino. Il recupero del patrimonio culturale credo rappresenti un imperativo categorico.

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