Rosato contesta la seduta consiliare odierna

di Redazione

Domenico RosatoAVERSA. Il capogruppo de “La Sinistra”, Domenico Rosato, scrive al presidente del consiglio comunale, Nicola Verde, contestando la legittimità della seduta di lunedì prossimo.

“Egregio Presidente, ricevo nella giornata di ieri la convocazione con procedura di urgenza per il Consiglio Comunale di oggi. I punti all’o.d.g. sono molto importanti per il futuro della nostra città. Il Consiglio Comunale è chiamato a discutere e decidere sui destini urbanistici ed economici della città e sui delicatissimi rapporti tra amministrazione pubblica e soggetti economici privati. La procedura di urgenza da Lei adottata non è sicuramente legittimata dal ricorrere contemporaneo delle tre condizioni poste dall’art. 7 del nostro regolamento. Infatti esso prevede che debbano ricorrere “motivi rilevanti, indilazionabili e non prevedibili” e l’uso della congiunzione “e” indica che tutte le condizioni siano contemporaneamente soddisfatte. La procedura d’urgenza è infatti una limitazione oggettiva forte dei diritti dei consiglieri, limitazione che può essere determinata e tollerata solo in presenza di eventi di straordinaria natura emergenziale. Non siamo sicuramente nel caso dell’o.d.g. da Lei presentato nelle condizioni di urgenza previste dal regolamento, soprattutto in riferimento alla motivazione di non prevedibilità. Inoltre, da giorni leggo dai giornali di accordi tra Sindaco ed esponenti della maggioranza sui punti all’o.d.g. Evidentemente i consiglieri di maggioranza erano in grado di poter accedere ai documenti e di poterli valutare, non è immaginabile essi esprimano volontà altrui passivamente. Oggi la procedura di urgenza da Lei adottata non mi mette nelle condizioni di necessaria consapevolezza e conoscenza degli stessi atti per poter assumere decisioni in scienza e coscienza nella mia funzione di consigliere, avendovi potuto avere accesso solo a partire dal pomeriggio di ieri. La Sua scelta determina di fatto l’impossibilità per me di poter conoscere a pieno gli atti e contemporaneamente avalla, promuove e protegge una disparità di conoscenza degli atti stessi tra i consiglieri comunali. La procedura di urgenza da Lei adottata, ingiustificata da motivi reali e legittimi di urgenza, ha prodotto quindi un vulnus sostanziale alle mie prerogative di consigliere, prerogative che invece Lei, da Presidente e quindi garante di tutto il Consiglio Comunale, non avrebbe dovuto mettere in discussione, ma avrebbe anzi dovuto difendere anche di fronte alla intuibile frenesia di governo e di esercizio potere del Sindaco e della Giunta. E’ anche assolutamente sgarbata sul piano dei rapporti istituzionali e politici la stessa convocazione della Conferenza dei Capigruppo a convocazione del C.C. da Lei già effettuata e procedura d’urgenza già adottata, senza che Lei sentisse l’elementare bisogno di un contatto con i capigruppo stessi, seppur informale. Le ricordo, infatti, che Lei risponde al Consiglio Comunale e non alla Giunta ed al Sindaco del Suo operato. Tutto questo è inaccettabile. E’ un atto di prepotenza di una maggioranza che vive le istituzioni democratiche come disturbo alla propria azione di potere, di una maggioranza che vuole ridurre il Consiglio Comunale ad un luogo vuoto di confronto e semplicemente ratificante decisioni prese altrove, anche fuori dalla istituzioni stesse. La invito pertanto ad un atto di resipiscenza, a revocare la convocazione da Lei effettuata con illegittima procedura di urgenza e a procedere invece ad una regolare convocazione di consiglio straordinario che consenta a tutti i consiglieri di partecipare ad una importante decisione con la necessaria conoscenza degli atti. Questo a garanzia anche di una amministrazione che subirebbe un grave danno dall’adottare con procedure illegittime atti così importanti che rischiano di essere bocciati dal tribunale amministrativo e di far ricadere sulla città tutte le negative conseguenze. E’ davanti agli occhi di tutti, infatti, la recente bocciatura del Tar della nomina dei revisori dei conti che tanto danno economico e funzionale sta determinando alla vita dell’ente”.

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