Casal di Principe, Terra dei Fuochi: a Casa Don Diana il punto su bonifiche e prevenzione

di Antonio Taglialatela

Casal di Principe (Caserta) – Un confronto serrato tra istituzioni, enti tecnici e mondo associativo per fare il punto sulle bonifiche e sulla prevenzione ambientale nei territori della cosiddetta Terra dei Fuochi. Questo il cuore dell’incontro pubblico “Bonifiche e prevenzione: facciamo il punto”, promosso dal Comitato Don Peppe Diana ed Etica Verde, con la collaborazione di Casale Lab, svoltosi a Casal di Principe, nel bene confiscato Casa Don Diana.

L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di tracciare un primo bilancio delle attività in corso tra le province di Napoli e Caserta per l’attuazione della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulle responsabilità nella tutela ambientale e sanitaria nei territori segnati per anni dallo sversamento illecito dei rifiuti. I lavori, moderati dalla presidente della cooperativa sociale Etica Verde, Alessandra Tommasino, sono stati aperti dalla coordinatrice del Comitato Don Diana, Tina Cioffo, seguita dagli interventi del sindaco di Casal di Principe, Ottavio Corvino, del prefetto di Caserta Lucia Volpe e del procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli, Aldo Policastro.

Il quadro istituzionale e tecnico – Nel corso del dibattito si sono susseguiti i contributi di Gianni Solino, dirigente del settore Ambiente della Provincia di Caserta, Stefano Sorvino, direttore generale di Arpa Campania, Ciro Silvestro, viceprefetto incaricato per il contrasto ai roghi di rifiuti in Campania, del generale Ciro Lungo, comandante della Regione Carabinieri Forestali Campania, di monsignor Angelo Spinillo, vescovo della Diocesi di Aversa, di Claudia Salvestrini, direttrice generale del consorzio nazionale Polieco, di Maria Siclari, direttrice di Ispra, di Giuseppe Bortone, direttore Ambiente e Salute dell’Istituto superiore di sanità, e del generale Giuseppe Vadalà, commissario unico per le bonifiche.

Il programma di governo e le bonifiche – Nel suo intervento, il generale Vadalà ha illustrato lo stato di avanzamento del piano governativo: “Si sta andando avanti sul piano di programma del Governo, sul cambio di passo iniziato già dal 19 febbraio del 2025, con la messa a punto della relazione, poi il decreto già convertito in legge e su tutti e quattro i settori che sono i terreni da verificare, la parte sanitaria o gli aspetti sanitari, le bonifiche e le discariche; poi c’è il piano d’azione che è stato richiesto dalla Corte europea dei diritti umani. Per le bonifiche e le discariche sarà avviata l’attività di caratterizzazione”. Il commissario ha aggiunto: “Intanto, abbiamo già smaltito 2.700 tonnellate e stiamo aggiudicando la gara sia per gli smaltimenti, 23 milioni, sia la gara della comunicazione, in più stiamo approntando la gara quadro per le attività di caratterizzazione. Quindi, tutto quello che serve per dare corpo al programma e alla relazione è stato vestito in atto”. Non è mancato il richiamo alla dimensione temporale dell’intervento: “Il piano si dovrà sviluppare nei primi due anni, ma serviranno anche ulteriori anni. Dobbiamo continuare e non interrompere, non per i futuri mesi, ma per i futuri anni quello che si sta facendo”.

La sentenza Cedu e il tema delle risorse – Il procuratore Policastro ha sottolineato il valore della pronuncia della Corte europea: “Credo che la sentenza Cedu dopo tanti anni abbia riconosciuto il diritto dei cittadini ad essere risarciti per i danni provocati dalla gestione dei rifiuti in questo territorio. Giustamente e correttamente è stato dato atto che è necessario porre rimedio”. Da qui l’appello sulle risorse economiche: “Il problema è che il danno è talmente vasto che le risorse economiche necessarie sono veramente tante. Speriamo che il governo metta a disposizione del generale Vadalà tutte le risorse possibili per poter fare una bonifica effettiva”.

Gli impianti di trattamento rifiuti – Anche la Provincia di Caserta è attivamente in campo: “Abbiamo avviato ormai da qualche mese – spiega Gianni Solino – i lavori per la realizzazione del piano delle zone idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti di trattamento di fiuti. L’incarico è stato affidato al Dipartimento di Architettura dell’Università Vanvitelli e siamo in fase già avanzata delle lavorazioni. Sul territorio abbiamo localizzato circa 300 impianti di autorizzazione provinciale o regionale e a partire da quelli vedremo le zone sature, le zone che ancora possono ospitare impianti, e poi andremo avanti”.

Prevenzione e filiera agricola – Sul fronte della prevenzione è intervenuta Claudia Salvestrini del Polieco, che ha richiamato l’attenzione sul comparto agricolo: “Noi abbiamo aderito a un protocollo con il commissario perché in Terra dei Fuochi c’è anche un forte interesse agroalimentare, quindi pensiamo a tutti gli scarti e ai rifiuti che provengono da attività agricole”. Un impegno che ha già prodotto risultati concreti: “In quest’ultimo anno il Polieco ha potuto raccogliere 5 milioni di chili di rifiuti agricoli. Questo vuol dire 5 milioni di chili in meno di rifiuti abbandonati nei campi che rischiavano sicuramente di essere bruciati”. Un accordo che, ha concluso Salvestrini, “ha una buona prospettiva di formazione, informazione e anche prevenzione”. IN ALTO IL VIDEO

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