La Reggia di Caserta apre il periodo della Festività dell’Immacolata e delle celebrazioni natalizie mostrando per la prima volta al pubblico un nucleo di opere rimaste per decenni nei propri depositi: il gruppo scultoreo dei Briganti e un insieme di manufatti siciliani, provenienti dalla tradizione presepiale borbonica. Un’esposizione che aggiunge valore al processo di riordino, studio e inventariazione del patrimonio avviato negli ultimi anni dall’istituto culturale, restituendo alla conoscenza collettiva oggetti finora inaccessibili.
Il gruppo dei Briganti – Nella Sala Ellittica del Presepe di Corte spicca il complesso scultoreo attribuito a Giacomo Morretta, realizzato a Caltagirone attorno al 1860. Modellato in terracotta con straordinaria cura dei dettagli, raffigura un assalto lungo le strade del Sud Italia. La scena è dominata dalla figura a cavallo che guida il gruppo, affiancata da due sentinelle armate e da una brigantessa. L’opera porta il monogramma “GM” e conserva le tracce dei due cani perduti. Ogni elemento presenta un sistema di numerazione sotto la base, utile a smontare e ricomporre i pezzi nella posizione originaria.
Il contesto storico – L’allestimento invita a riflettere sul fenomeno del brigantaggio, profondamente radicato nelle regioni meridionali. Nato nel Seicento come opposizione armata al controllo dello Stato Pontificio, nell’Ottocento assume le caratteristiche di un movimento postunitario, diverso dalle insorgenze sanfediste e dalla criminalità comune. Il nuovo scenario, segnato dall’instabilità seguita all’unificazione, vede il malcontento delle aree rurali alimentato dalla mancata redistribuzione delle terre e da un diffuso impoverimento. In questo quadro, pastori e contadini individuarono nei briganti una forma di reazione alle ingiustizie, mentre per i proprietari e il governo sabaudo divennero un pericolo da reprimere. Dopo la sconfitta borbonica sul Volturno e la resa di Gaeta, molti ex militari, esclusi dal lavoro e respinti dalle amministrazioni locali, confluirono nelle bande armate, mentre gli interventi repressivi trasformarono il Mezzogiorno in un territorio segnato da ferite sociali e tensioni irrisolte. Il gruppo scultoreo ne restituisce un frammento, attraverso il linguaggio realistico della tradizione presepiale.
Le statuine dei depositi – Accanto ai Briganti, nelle teche degli Appartamenti reali trovano posto nove statuine di terracotta provenienti dai depositi del Museo, esposte per la prima volta. Raccontano la ricchezza del collezionismo borbonico legato al Presepe e il dialogo tra la scuola napoletana e la produzione di Caltagirone, dove le botteghe perfezionarono nei secoli tecniche e stili.
Il lavoro di restauro – Prima dell’esposizione, il personale specializzato della Reggia ha eseguito una pulitura approfondita dei pezzi e l’assemblaggio dei numerosi frammenti rinvenuti in diverse scatole, esito del minuzioso riordino dei nuovi depositi. È seguita la ricostruzione degli elementi mancanti, completata da un leggero ritocco mimetico, riconoscibile e non invasivo rispetto alla materia originale, e dall’applicazione della protezione finale.

