Una disposizione contenuta nell’articolo 26 della legge finanziaria 2026 rischia di travolgere numerosi studi di architettura e ingegneria della provincia di Caserta. Il provvedimento, inserito nella Legge di Bilancio ora all’esame del Parlamento, vieta l’utilizzo dei crediti d’imposta maturati con i bonus edilizi per compensare i contributi previdenziali dovuti alle Casse professionali. Un divieto destinato a mettere in seria difficoltà i tecnici che nel corso degli ultimi anni hanno applicato lo sconto in fattura, ritrovandosi oggi con cassetti fiscali pieni ma con risorse economiche ridotte.
L’allarme di Raffaele Cecoro – A denunciare l’impatto della norma è Raffaele Cecoro, già presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Caserta e attuale presidente della Fondazione Ordine Architetti Caserta (Arce), che chiama in causa i parlamentari casertani e campani. “La questione, apparentemente tecnica, ha risvolti drammatici sull’economia reale del territorio. Molti professionisti casertani, fidandosi delle leggi dello Stato, hanno applicato lo sconto in fattura, ritrovandosi oggi con cassetti fiscali pieni di crediti ma con scarsa liquidità sul conto corrente”, spiega il presidente della Fondazione, che aggiunge: “Siamo di fronte a un paradosso insostenibile. I nostri iscritti hanno lavorato per lo Stato, anticipando i costi e receiving in cambio crediti fiscali che la legge garantiva fossero spendibili per pagare le tasse e i contributi. Bloccare ora questa possibilità, cambiando le regole a partita in corso, significa mettere in ginocchio gli studi professionali. Ci viene chiesto di versare liquidità ‘cash’ alle Casse previdenziali, mentre lo Stato tiene bloccati i nostri compensi sotto forma di crediti”.
Il rischio morosità e la perdita del Durc – Secondo Cecoro, lo stop alla compensazione innescherebbe una crisi a catena. Senza la possibilità di utilizzare i crediti per il versamento ai propri enti previdenziali, molti professionisti si troverebbero in condizione di morosità. “La morosità porta alla perdita del Durc, e senza regolarità contributiva un architetto non può vedere liquidata una fattura e non può partecipare a gare. È una condanna a morte professionale che colpirà soprattutto gli studi strutturati e i giovani che hanno investito sul territorio”, sostiene il presidente Arce.
L’appello alla politica – La Fondazione richiama ora l’attenzione della rappresentanza parlamentare locale, sollecitandola a intervenire in sede legislativa. La richiesta è chiara: correggere l’articolo 26 prima dell’approvazione definitiva della manovra. “Non chiediamo assistenzialismo, ma il rispetto dei patti. Chiediamo ai nostri rappresentanti in Parlamento di sostenere con forza un emendamento che stralci o modifichi l’articolo 26, ripristinando la compensazione almeno per i crediti già maturati. Ignorare questa richiesta significherebbe voltare le spalle a una parte produttiva fondamentale della nostra provincia, che rischia il collasso per colpa di una burocrazia cieca. I tempi sono stretti e la sopravvivenza di molti studi casertani è appesa al filo di un emendamento”, conclude Cecoro.

