Carinaro (Caserta) – A vent’anni dalla morte del sacerdote che più di ogni altro ha impresso un’impronta profonda sul volto sociale e spirituale di Carinaro, un gruppo di cittadini lo sceglie come simbolo per recuperare e mantenere viva la storia della comunità. Nelle sale del Vega Palace, è stata presentata la Pro Loco Antico Borgo Casignano, intitolata a don Gennaro Morra: un gesto che traduce riconoscenza e affetto in un progetto strutturato, orientato alla tutela e alla riscoperta delle radici condivise.
Il direttivo – Costituita il 2 giugno e riconosciuta dal Comune con delibera di giunta del 10 luglio, la Pro Loco ABC si è affiliata all’Ente Pro Loco Italiane, raccogliendo in breve tempo numerose adesioni. A guidare il primo direttivo sono il presidente Giuseppe Barbato, figlio spirituale di don Morra e già vicesindaco; la professoressa Maria Grazia de Chiara, vicepresidente ed ex assessore comunale; Roberta Sommella, segretario; Carmelina Barbato, tesoriere; e i soci Michele Merenda, l’architetto Arturo Santini e l’insegnante Marianna Sglavo.
Recuperare l’identità del territorio – La costituzione della Pro Loco nasce dal desiderio di riportare alla luce tradizioni, storie e personaggi che hanno segnato la vita della comunità, restituendo loro spazio, dignità e narrazione. «Non tutti conoscono la storia dei due piccoli borghi – ha spiegato la professoressa de Chiara – che, verso la metà dell’Ottocento, vennero unificati. Lo scopo dell’associazione è proprio quello di recuperare le origini del territorio. Abbiamo avuto la sfortuna, se così possiamo dire, di cancellare molte tracce della nostra identità. Gli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta sono stati terribili da questo punto di vista». Un’azione che guarda anche alle nuove generazioni: «Ora – ha sottolineato la vicepresidente – vogliamo rimettere al centro la cultura, la tutela di ciò che resta, creando, soprattutto per i giovani, percorsi educativi che li rendano “piccoli storici”. Intendiamo, inoltre, avviare una ricerca che si estenda anche ai territori vicini come Gricignano e Teverola».
Il sacerdote “rivoluzionario” – «Don Gennaro è stato il parroco del Dopoguerra, figura che ha profondamente segnato Carinaro – ha ricordato il presidente Barbato –. Ha rivoluzionato la vita della comunità, dalla gioventù di Azione Cattolica alle strutture sociali, grazie anche alle sue conoscenze. Non era solo un sacerdote straordinario, ma anche un abile uomo di relazioni, che operava sempre per il bene collettivo e mai personale». A vent’anni dalla scomparsa, la traccia lasciata da Morra continua a essere viva. «E’ stato il fautore della casa albergo per anziani, della scuola materna – acquistando con i propri risparmi il terreno, come attestano i documenti – dell’assistenza ai bambini poveri, del campo sportivo poi diventato negli anni il “Centro Igloo”. Questo solo per citare alcune opere che dobbiamo a lui», aggiunge Barbato, ricordando come la comunità abbia già dedicato al sacerdote il monumento dinanzi alla chiesa nel 2007 e uno slargo nel 2015: «Oggi, in occasione del ventennale, insieme all’amministrazione e al parroco, pensiamo a un nuovo segno concreto nel suo ricordo. Nel frattempo, abbiamo colto questa ricorrenza anche per valorizzare l’antico Borgo di Casignano e costituire la Pro Loco».
“Rafforzare l’appartenenza alla comunità” – «Siamo davvero entusiasti di questa nuova iniziativa che, nel segno di don Gennaro, intende custodire le tradizioni e riscoprire la storia del nostro territorio. – ha commentato il tesoriere Carmelina Barbato – Credo che questo percorso possa rafforzare il senso di appartenenza della comunità, coinvolgere tutta la cittadinanza e offrire nuove occasioni di crescita culturale, nel nome di chi ha dedicato la propria vita al bene di Carinaro».
Chi era don Gennaro – Laureato in Teologia, Diritto Canonico e Giurisprudenza, docente negli istituti superiori di Aversa, Morra guidò per dieci anni la parrocchia di Santa Maria dell’Arco a Frignano, sua città natale, e per trentasei quella di Carinaro. Fu Prelato di Sua Santità e Vicario Episcopale per l’Edilizia Sacra della Diocesi di Aversa. Numerosi gli interventi che portano la sua impronta, dal restauro della chiesa di Sant’Eufemia alla canonica, dalla Casa Albergo “Sant’Eufemia” al teatro della chiesa di Santa Croce, fino alla scuola materna, alla Casa Famiglia e al campo sportivo. Ritiratosi nel 1989 presso la Casa Albergo “Sant’Eufemia”, vi visse fino alla morte, il 22 dicembre 2005, pochi mesi dopo aver celebrato i suoi sessantadue anni di sacerdozio. Oggi, nel ventennale dalla scomparsa, la Pro Loco ABC sceglie di rileggere quella eredità come traccia e orizzonte: un invito a riscoprire la memoria di un popolo e a consegnare alle generazioni future un patrimonio che non può restare confinato nel passato. IN ALTO IL VIDEO

