Napoli – Una condanna all’ergastolo confermata in aula, tra lacrime e silenzi spezzati solo dal dispositivo letto dai giudici della Corte di Assise di Appello di Napoli: così è stato ribadito il verdetto per Francesco Pio Valda, riconosciuto colpevole dell’omicidio del diciottenne pizzaiolo napoletano Francesco Pio Maimone, raggiunto da un colpo di pistola al culmine di una lite innescata da un paio di sneakers sporcate.
I familiari in aula – Alla lettura della sentenza, erano presenti Antonio e Tina Maimone, i genitori della vittima, travolti dall’emozione nel momento in cui la Corte ha confermato il carcere a vita per l’imputato. «Eravamo sulle spine, abbiamo sempre creduto nella magistratura, che si è fatta sentire, chi commette questi delitti paga». E ancora: «La giustizia esiste», ha affermato Antonio Maimone, ringraziando i giudici «per averci dato giustizia per nostro figlio».
Le scuse respinte – Nel giorno dell’ergastolo confermato, Maimone ha respinto anche le nuove scuse arrivate da Valda tramite una lettera. «Non posso accettare le parole di Valda che giungono dopo 32 mesi di sofferenza, dopo averci fatto un video sfottò con una pizza in mano e ferendoci nuovamente. Oggi non si può presentare in aula e chiederci scusa. Il perdono deve chiederlo a Dio, e alla città di Napoli, non a me. Io sono un semplice cittadino, non ho questa forza per accettare». E ancora, ricordando la boriosa sfida dell’imputato sui social: «Diceva che si sarebbe fatto la carcerazione forte come un leone, ma dopo 32 mesi non ha più quella forza. Ringraziamo tutti, perché Pio è entrato in tutte le case napoletane e italiane». Alla voce rotta dall’emozione si è aggiunta quella di Tina Maimone: «Pio è un simbolo di tutta Napoli, i magistrati hanno capito il dolore di mamma. Oggi più che mai portiamo in gloria Pio».
Le altre condanne – La pronuncia di secondo grado ha confermato anche le condanne emesse in primo grado nei confronti di Pasquale Saiz, Giuseppina Niglio e Alessandra Clemente. In primo grado Clemente, cugina di Valda, era stata condannata a due anni e sei mesi; Niglio, nonna dell’imputato, a quattro anni e sei mesi; Saiz a quattro anni. Per Salvatore Mancini, la Corte di Assise di Appello ha escluso l’aggravante mafiosa e rideterminato la pena a due anni e sei mesi.
La voce della difesa della famiglia – La sentenza arriva come un segnale forte anche per i giovani, secondo l’avvocato dei genitori della vittima, Sergio Pisani: «La sentenza rende giustizia alla famiglia ed è un chiarissimo segnale rivolto ai giovani, a cui viene detto che la strada da intraprendere è lontana da quella che ha preso Francesco Pio Valda».

