Bologna, scoperto sistema illecito di ingressi in Italia: 7 arresti

di Redazione

Una denuncia arrivata all’Ufficio immigrazione di Bologna si è trasformata in un’indagine capace di scoperchiare un sistema di ingressi illegali nel territorio italiano. Secondo quanto accertato dagli investigatori, dietro pratiche apparentemente regolari si sarebbe nascosto un meccanismo capace di far ottenere permessi di soggiorno stagionali in cambio di denaro, sfruttando i punti fragili della normativa.

L’inchiesta – Le attività della Squadra mobile di Bologna e del commissariato di Imola sono partite nel dicembre 2022, dopo la segnalazione di un cittadino che aveva contattato una società con sede a Imola per ottenere nulla osta per lavoratori stagionali stranieri. Dopo aver pagato 200 euro per le pratiche, non avrebbe più ricevuto alcuna risposta. Da quella denuncia i poliziotti hanno avviato un’indagine supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali, controlli e approfondimenti specifici sulla normativa del Decreto flussi e sugli Lfe, i tirocini formativi destinati ai lavoratori formati all’estero.

Il sistema delle pratiche fittizie – È così emersa l’esistenza di un’associazione che agiva formalmente come Caf, ma avrebbe sfruttato le falle del sistema presentando centinaia di richieste prive di fondamento reale. Le domande venivano inviate in Prefetture già oberate di pratiche, come Bologna, Milano, Salerno e Foggia. L’obiettivo, secondo gli investigatori, era superare i controlli grazie al meccanismo del “silenzio assenso”: dopo 30 giorni, in assenza di una risposta, le procedure venivano validate automaticamente.

Le cifre e le vittime – Con questo metodo sarebbero state inoltrate oltre 500 domande per favorire l’ingresso di cittadini provenienti da Marocco, Tunisia, Pakistan, Bangladesh e Sri Lanka. Molti di loro, ignari della truffa, avrebbero pagato tra i 3.000 e i 10.000 euro per sé o per i propri familiari, convinti di poter ottenere un contratto stagionale che, nella maggior parte dei casi, non esisteva o non era stato richiesto da alcun datore di lavoro.

Le accuse – L’attività investigativa ha portato all’emissione di sette ordinanze di misura cautelare e alla denuncia di altre 25 persone. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico. IN ALTO IL VIDEO

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