Varese, blitz dei finanzieri: lavoro in nero e stipendi non tracciati

di Redazione

Il lavoro sommerso nascosto dietro bar, bed and breakfast, servizi alla persona e attività ambulanti ha lasciato spazio a venti assunzioni in nero, due lavoratori irregolari e pagamenti fuori dai canali tracciati. È quanto emerso dai controlli eseguiti nelle ultime settimane dalle Fiamme gialle di Varese e Busto Arsizio, affiancate dalle unità di Gallarate e Saronno, nei comuni a più alta vocazione produttiva della provincia: Varese, Busto Arsizio, Saronno, Gallarate e Cassano Magnago.

I controlli – Le verifiche hanno riguardato esercizi di ristorazione, bed and breakfast, bar, imprese di servizi alla persona, commercio ambulante e autolavaggi. Le posizioni dei dipendenti individuati sono state vagliate sotto i profili contrattuale, previdenziale, assicurativo e fiscale. In quattordici interventi sono stati identificati venti lavoratori impiegati in nero e due irregolari. Tra questi, uno privo del permesso di soggiorno: per lui la Prefettura di Varese ha emesso un decreto di espulsione, seguito dall’ordine di allontanamento disposto dalla Questura.

Le conseguenze penali e amministrative – Il rappresentante legale dell’azienda coinvolta è stato segnalato all’autorità giudiziaria per violazioni al Testo unico sull’immigrazione. In tredici casi distinti, i finanzieri hanno chiesto all’Ispettorato territoriale del lavoro di Varese la sospensione dell’attività, avendo riscontrato che oltre il 10% dei dipendenti presenti all’arrivo delle pattuglie lavorava senza preventiva comunicazione d’assunzione. Le sospensioni sono state poi revocate, dopo che i datori di lavoro hanno provveduto a regolarizzare le posizioni con assunzioni formali e al versamento delle sanzioni previste.

Retribuzioni in contanti – Ulteriori accertamenti hanno permesso di individuare due imprenditori che corrispondevano gli stipendi in contanti, eludendo l’obbligo di tracciabilità introdotto dalla Legge 205 del 27 dicembre 2017. Per le violazioni riscontrate sono state applicate sanzioni amministrative complessive comprese tra 41.000 euro e 244.000 euro. IN ALTO IL VIDEO

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